giovedì 28 marzo 2013
​Il presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, ha deciso di autoridursi del 25% lo stipendio mensile, nel giorno in cui a Cipro, oggi alle 12 (ora locale), le banche hanno riaperto i battenti, dopo 12 giorni di chiusura. Nominata commissione d'inchiesta per far luce sulle responsabilità nella crisi del sistema bancario
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Il presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, ha deciso di autoridursi del 25% lo stipendio mensile, nel giorno in cui a Cipro, oggi alle 12 (ora locale), le banche hanno riaperto i battenti, dopo 12 giorni di chiusura.La riapertura finora si sta svolgendo regolarmente, con calma, sebbene caratterizzata dalle forti restrizioni sulle operazioni bancarie, decise per evitare la temuta fuga di capitali. Sono soprattutto gli anziani, e più poveri, ad essersi messi disciplinatamente in fila di fronte alle varie banche già diverse ore prima delle 12, ora in cui è scattata la riapertura. Nell'isola sarà vietato l'uso di assegni e il prelievo massimo al bancomat sarà di 300 euro al giorno, mentre le carte di credito potranno essere usate senza limitazioni a Cipro, mentre all'estero non si potranno spendere più di cinquemila euro. È la prima volta in Europa che si introducono simili controlli valutari, per di più dopo un prelievo forzoso sui depositi oltre i 100 mila euro. Le autorità insistono nel dire che le restrizioni all'operatività delle banche saranno temporanee, ma appare difficile un ritorno alla normalità finchè l'economia dell'isola sarà così in crisi. La tensione a Cipro resta alta. Gli 11 membri del board della Laiki Popular Bank di Cipro si sono dimessi. Lo annuncia la banca, la quale sarà chiusa attraverso un processo controllato, mentre i suoi asset finiranno in una bad e una good bank. La banca centrale ha già nominato un commissario straordinario per gestire la liquidazione dell'istituto Intanto il governo di Nicosia ha nominato  anche una commissione d'inchiesta per far luce su eventuali responsabilità nella crisi del sistema bancario dell'isola che ha portato Cipro sull'orlo della bancarotta. Il consiglio di gabinetto di Cipro ha nominato tre ex giudici della Corte Suprema per indagare su eventuali «responsabilità penali, civili o politiche» collegabili alla crisi bancaria dell'isola. La commissione di inchiesta era da tempo stata richiesta dal presidente Nicos Anastasiades accertare le eventuali responsabilità penali, politiche, morali o amministrative, e scoprire se ci siano state anche prove di incompetenza e superficialità nella gestione della crisi». I tre giudici, George Pikis, Panayiotis Kallis e Yiannakis Constantinides, indagheranno, spiega il portavoce del governo, Constantinos Petrides, sull'«intera gamma delle decisioni, atti, o omissioni, a qualsiasi livello, dal board delle banche ai supervisori e a chiunque altro la commissioni consideri debba essere indagato. «Guarda, questo è tutto quello che mi resta" ha detto, mostrando i pochi spicci in tasca, Sakis Sizlis, un pensionato che è stato uno dei primi a mettersi in fila di fronte ad una filiale della Banca di Cipro nel centro di Nicosia. «Non riesco ad usare il bancomat, non ho idea di come funzioni la tessera, amico mio, la mia pensione deve essere quì ed ora devo entrare in banca e ritirare i miei 300 euro» ha poi spiegato riferendosi al tetto massimo di prelievo quotidiano imposto. «Ho una tessera bancomat, ma i miei figli non sono qui, non so come usarla, ho pensato che è meglio venire a prendere i soldi», ha detto un'altra pensionata Mariangela Antoniou. Le autorità di Cipro hanno disposto misure di sicurezza rafforzate intorno alle banche, con agenti di polizia e guardie giurate che regolano l'ingresso a piccoli gruppi di clienti negli istituti di credito. E già un'ora dopo la riapertura delle 12, secondo la televisione statale, si erano già sensibilmente ridotte le code di fronte alle banche dove la situazione per il momento, ribadiscono portavoce della polizia e delle banche, è tranquilla.
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