Accordo nella notte a Bruxelles per il salvataggio di Cipro. I ministri delle Finanze dell'eurozona hanno raggiunto un'intesa, "sostenuta all'unanimità", in base alla quale Nicosia riceverà aiuti per 10 miliardi di euro da Ue ed Fmi in cambio della chiusura della Laiki Bank, il secondo istituto del Paese, e di perdite pesanti per i creditori della Cyprus Bank, primo istituto dell'isola. Salvi, invece, i depositi sotto i 100mila euro.
"Abbiamo messo fine all'incertezza che ha interessato Cipro e l'eurozona negli ultimi giorni", ha commentato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, dicendosi "convinto" che l'accordo raggiunto la notte scorsa sia "migliore del precedente". Il programma approvato il 16 marzo scorso prevedeva infatti, in cambio degli aiuti, un prelievo forzo del 6,75% sui depositi sotto i 100mila euro e del 9,90% su quelli superiori, provvedimenti che erano stati bocciati dal Parlamento di Nicosia. Che, questa volta, non dovrà esprimersi, dal momento che le misure decise sono già contenute nelle leggi sul settore bancario approvate nei giorni scorsi.
"Sono contento, perché avremo un programma di salvataggio e questo è nel migliore interesse del popolo cipriota e dell'eurozona nel suo insieme", ha detto il presidente cipriota Nikos Anastasiades, al termine di 10 ore di negoziati, iniziati ieri pomeriggio con una serie di discussioni con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, con il presidente della Bce Mario Draghi e con il direttore dell'Fmi Christine Lagarde. Discussioni durante le quali ha anche minacciato didimettersi. In base all'accordo raggiunto nella notte a Bruxelles, la Laiki Bank verrà chiusa "immediatamente" - con "ilcontributo pieno dei titolari di azioni, depositi e titoli oltre i 100mila euro" - e sarà divisa in una banca con assett "buoni" e in una "bad bank". Gli asset buoni saranno incorporati nella Cyprus Bank, che dovrà anche assumersi i 9 miliardi di euro di prestiti di emergenza concessi dalla Bce, una misura alla quale Anastasiades ha cercato a lungo di opporsi. Inoltre, si legge nella nota dell'Eurogruppo, "i depositi non assicurati (sopra i 100mila euro, ndr) saranno congelati fino a quando non ci sarà la ricapitalizzazione".
Era "inevitabile", ha ammesso Dijsselbloem, secondo il quale solo il 'bail-in' per la Laiki Bank dovrebbe fruttare circa 4,2 miliardi di euro (per l'Eurogruppo, il settore finanziario deve contribuire in totale con 5,8 miliardi di euro). Queste misure, secondo il presidente dell'Eurogruppo, erano già state prese in considerazione nei giorni scorsi, ma non si erano rivelate politicamente accettabili fino a quando la situazione delle banche "è deteriorata rapidamente".
"È una buona notte per Cipro e per l'eurozona", ha commentato il ministro delle Finanze di Nicosia, Michael Sarris, secondo il quale l'accordo "ha letteralmente evitato la possibilità di una bancarotta ed assicurato le prospettive della generazione futura". "Questo accordo - ha commentato dal canto suo in una conferenza stampa a Bruxelles la Lagarde, che ha confermato la partecipazione dell'Fmi al piano, anche se non si sa ancora in che misura - è il migliore che potessimo avere per arrivare a una soluzione solida e sostenibile". "Abbiamo perso un pò di tempo, e questo è triste per Cipro, ma senza un bail-in per le due banche, nonavrebbe funzionato", ha fatto eco il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble.
Sulla base dell'intesa raggiunta nella notte - che dovrà ora essere approvata dai Parlamenti di Germania, Finlandia e Olanda - il Consiglio dei governatori del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) dovrebbe essere in grado di approvare formalmente l'assistenza finanziaria per Cipro entro la terza settimana di aprile, mentre la prima tranche di aiuti dovrebbe arrivare a Nicosia "ai primi di maggio", ha fatto sapere il presidente dell'Esm, Klaus Regling. L'attuazione del programma, ha ammesso il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, sarà "molto difficile per il Paese e per il popolo cipriota". Ma Cipro "fa parte della famiglia europea e noi staremo al fianco del popolo cipriota", ha assicurato Rehn, garantendo l'impegno della Commissione "a fare il possibile per alleviare le conseguenze sociali" del piano.