giovedì 14 luglio 2011
Continua la sfida di Pechino. La cerimonia illegittima si è svolta nella cattedrale di Shantou e ha visto la partecipazione di otto vescovi. Alcuni hanno rivelato ai giornalisti di essere stati costretti. Il Vaticano: dolore e preoccupazione.
- E il blog di Fides "scavalca" la Grande muraglia
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Un avvenimento che «viene seguito e visto con dolore e preoccupazione», perché contrario “all’unione della Chiesa universale”. Sono parole gravi quelle pronunciate dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, per commentare l’ordinazione episcopale illegittima di don Giuseppe Huang Bingzhang, celebrata ieri nella città di Shantou della provincia del Guangdong in Cina. All’ordinazione, autorizzata dal regime ma non approvata dalla Santa Sede, hanno partecipato otto vescovi in piena comunione con Roma.La celebrazione è stata presieduta da monsignor Fang Xinyao di Linyi, presidente dell’Associazione patriottica nazionale notoriamente non riconosciuta dal Vaticano. Gli altri vescovi ordinanti sono stati: Shen Bin di Haimen, Liao Hongqing di Meizhou, Liang Jiansen di Jiangmen, Gan Junqiu di Guangzhou, Su Yongda di Zhanjiang, Li Suguang, coadiutore di Jiangxi, He Zeqing di Chongqing. Un sacerdote presente alla cerimonia ha confermato all’agenzia AsiaNews che tutti gli otto vescovi hanno imposto le mani su padre Huang. Alcuni dei vescovi consacranti hanno confidato a fonti di AsiaNews di essere stati costretti a partecipare all’ordinazione. L’agenzia Ucanews da parte sua ha sottolineato come, secondo fonti ecclesiastiche locali, alla cerimonia hanno partecipato anche 30 preti, tra i quali però sono compresi meno della metà dei venti sacerdoti della diocesi di Shantou, alcuni dei quali costretti a farlo dopo che avevano cercato di nascondersi.Alla cerimonia non ha preso parte il vescovo legittimo di Shantou, monsignor Peter Zhuang Jianjian, che pur essendo un prete della comunità “ufficiale” è stato consacrato vescovo con l’approvazione della Santa Sede ma senza il consenso del regime che lo riconosce come semplice sacerdote e cha ha voluto a tutti i costi un “proprio” vescovo. Monsignor Zhuang, secondo fonti citate da Ucanews, non riconosce il neoconsacrato Huang con il quale «prima che si penta con tutto il cuore» non avrà «alcun contatto sacramentale poiché ha scelto di non essere in comunione col Papa».«Con l’ordinazione illegittima del vescovo di Shantou» ribadisce la Radiovaticana, nella regione cinese di Guandong, «è stata inferta una nuova ferita al tessuto della Chiesa cattolica cinese, già colpita, appena due settimane fa, da un gesto analogo con l’ordinazione del vescovo di Leshan, anch’essa priva di mandato pontificio». Anche quella consacrazione di Giuseppe Lei Shiyin, ritenuto inidoneo all’episcopato dalla Santa Sede per gravi motivi morali, dello scorso 29 giugno era stata presieduta dal vescovo Fang e vi aveva partecipato il vescovo He.In quella circostanza, la Santa Sede, manifestando il dolore e il rammarico del Papa, aveva anche ricordato, in una Dichiarazione pubblicata il 4 luglio, che un vescovo ordinato «senza mandato pontificio e quindi illegittimamente è privo dell’autorità di governare la comunità cattolica diocesana» e che dunque «la Santa Sede non lo riconosce» come vescovo della diocesi affidata alla sua responsabilità. E che quindi il vescovo Lei era «incorso» nella scomunica, mentre i vescovi consacranti si erano «esposti» a questa grave sanzione canonica. Dopo la consacrazione di ieri è probabile che - forse oggi stesso - una nuova dichiarazione verrà emanata dal Vaticano.
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