«Continuerò a usare la mia autorità di presidente per assicurare che non faremo mai più ricorso a questi metodi». Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, commentando il rapporto del Senato sulle torture della Cia.
Le parole di Obama. La tortura va "contro i
valori" degli Stati Uniti, ha ribadito Obama a proposito del rapporto del Senato sui
metodi utilizzati dalla Cia per interrogare i sospetti di al-Qaeda dopo l'11 settembre. "È per questa ragione che ho
inequivocabilmente messo al bando la tortura quando ho assunto
l'incarico", ha aggiunto Obama, "perché uno degli strumenti
più efficaci per combattere il terrorismo è tenere gli
americani al sicuro è rimanere fedeli ai propri ideali".
Le accuse nel rapporto del Senato. Il rapporto del Senato americano sostiene che gli abusi sui terroristi
islamisti compiuti della Cia nell'era George W. Bush non sono serviti "a
nulla" e
accusa l'agenzia di intelligence di avere ingannato il Congresso. Quelle durissime
tecniche di interrogatorio, si legge nel rapporto della
Commissione Intelligence sulla lotta al terrorismo dopo l'11
settembre, si sono rivelate "inefficaci" e sono state "più
brutali" di quanto la Cia stessa abbia ammesso. Dalle 528 pagine del rapporto messe online sul sito della commissione
emerge, tra l'altro, come il personale medico dell'agenzia
a un certo punto abbia lamentato il fatto che i cosiddetti
waterboarding fossero diventati una "serie di annegamenti" quasi veri
e propri. E che venivano compiute violenze e
torture che non erano mai
state approvate. Ad esempio, la
privazione del sonno "per giorni e a volte per settimane". "La privazione del sonno poteva significare anche
tenere i detenuti sveglio per 180 ore, costringendoli a stare in piedi o in posizioni scomode, a volte con le mani legate sopra la testa", si legge nel rapporto.In una delle prigioni segrete dove venivano condotti questi interrogatori si è registrata la morte di almeno
un detenuto, deceduto per ipotermia dopo essere stato tenuto incatenato nudo al pavimento di cemento. Il rapporto denuncia anche altre torture, come quelle a cui venivano sottoposti
detenuti, nudi ed incappucciati, e trascinati avanti e indietro mentre venivano sottoposti ad un pestaggio. Anche alcuni detenuti eccellenti, che sono stati sottoposti al waterboarding, sono quasi morti durante gli interrogatori: Abu Zubaydah, che dopo una serie di annegamenti è rimasto
incosciente "con l'acqua che gli usciva dalla bocca", e anche Khalid Sheik Mohammad, il regista degli attentati dell'11 settembre.
George W. Bush sapeva? Su una delle questioni più scottanti del rapporto, e che ha infiammato il clima politico già prima della pubblicazione, cioè quanto Bush sapesse della torture, il rapporto descrive una Casa Bianca che aveva dato l'approvazione agli interrogatori brutali dei sospetti ma che fu tenuta in gran parte all'oscuro di molti aspetti del programma. A
cominciare dalla sua reale efficacia. Dai documenti emerge che solo nell'aprile del 2006 il direttore dell'agenzia illustrò al presidente Bush le tecniche di interrogatorio che erano in uso già dal 2002.
Un'inchiesta durata 6 anni. Le pagine pubblicate da Dianne Feinstein, la democratica che
ancora per un paio di settimane è presidente della commissione, prima
che si insedi all'inizio del gennaio il nuovo Senato a guida
repubblicana, sono solo una parte, precisamente il sommario, delle
6mila pagine, e 35mila note, del rapporto dell'inchiesta durata 6
anni, al costo di 50 milioni di dollari, sui programmi di detenzione e
di interrogatori duri dei sospetti terroristi.
Tecniche «inefficaci». Oltre a denunciare la brutalità delle torture il
rapporto ne
sottolinea anche la totale inefficacia perché questi interrogatori non
portarono a nessuna informazione decisiva per impedire un attacco.
Anzi in molti casi portarono ad "informazioni false" che i detenuti,
per fermare le torture, inventavano.
La replica della Cia. Alle accuse la Cia ha immediatamente risposto, affermando che il programma è stato "efficace" e sostanziale per la lotta ad al-Qaeda.
Gentiloni: inaccettabile, ma Obama ha chiuso. "I metodi che emergono dal rapporto sulla Cia sono inaccettabili, non compatibili con la democrazia e i valori degli Usa. Ma Obama ha chiuso questo capitolo". Lo ha affermato Paolo Gentiloni a Washington. "Il rapporto è esemplare dal punto di vista della trasparenza, ma non diminuisce la forza della nostra condanna", ha aggiunto.