Potrebbero essere più di 500 i morti tra agosto e settembre nelle violenze contro i cristiani in Orissa. È la notizia choc contenuta in un rapporto diffuso ieri a New Delhi dal Partito comunista dell'India " Marxisti leninisti (Cpi-Ml), una formazione politica dell'ultra-sinistra indiana. Una stima che farebbe innalzare in maniera sensibile il conto delle vittime. Finora infatti si era parlato di 61 morti, di cui l'arcidiocesi di Bhubaneswar ha fornito nomi e cognomi. Però in queste settimane si è sempre aggiunto che di migliaia di persone che si erano rifugiate nella foresta si era persa ogni notizia. Ora il rapporto del Cpi-Ml " rilanciato dall'agenzia AsiaNews " getta un'ombra inquietante sulla loro sorte. A partire da una testimonianza di un «alto funzionario governativo» dell'Orissa che " stando al rapporto " a una delegazione del partito recatasi nel distretto di Kandhamal il 15 e 16 ottobre avrebbe parlato di molti cadaveri fatti sparire. «Lui stesso " si legge nel documento " ha raccontato di aver dato alle fiamme duecento corpi trovati senza vita nella giungla e ammassati in un'unica area con un trattore. Secondo le sue stime " basate sull'intensità e la rapidità nella diffusione delle violenze " i morti potrebbero essere oltre cinquecento». Quanto alla situazione dei profughi, le autorità locali hanno dichiarato alla delegazione del Cpi-Ml che nei quindici campi tuttora attivi sono assistite 12.641 persone. Ma chi ha visitato le tendopoli di Phulbani, Tikabali, Ji Udaygiri e Rakiya racconta di come in realtà le condizioni in cui sono accolti i rifugiati restino pessime. Con in più l'invito pressante rivolto ai cristiani a tornare in fretta ai loro villaggi, nonostante le minacce e le conversioni forzate continuino. Il dato più rilevante del rapporto è ovviamente quello sul numero dei morti. La denuncia del Cpi-Ml è infatti molto grave e purtroppo anche verosimile; però va anche sottolineato che si fonda su una testimonianza anonima. Di certo c'è il fatto che " a più di due mesi di distanza dall'inizio di questa ondata di violenze " nel distretto di Kandhamal si è costretti ancora a ragionare sulle stime, perché migliaia di persone mancano all'appello. In un altro rapporto " curato da un gruppo di gesuiti che ha visitato questa stessa zona dell'Orissa il 19 ottobre " si legge: «È ancora sconosciuto il numero delle persone scomparse, che potrebbero essere state uccise, o essere morte nella foresta o scappate in altri Stati. Gli organismi della società civile stimano in circa 30mila il numero di profughi che dall'Orissa si sarebbero rifugiati in Stati come il Kerala, l'Uttar Pradesh, il Chattisgargh e la regione di Delhi». Bastano da sole queste frasi a testimoniare le proporzioni della catastrofe e quanto la situazione sociale sia tuttora completamente fuori controllo. Il Partito comunista dell'India - Marxisti leninisti è una formazione politica vicina ai guerriglieri maoisti, cioè quei gruppi che il 23 agosto hanno firmato l'omicidio dello swami Laxmananda Saraswati, il leader indù del Vhp la cui morte ha scatenato la furia dei fondamentalisti. Mentre la comunità internazionale sta facendo ancora decisamente poco per i cristiani dell'Orissa, l'intervento dei marxisti-leninisti rappresenta una forma di concorrenza all'azione della Chiesa nel distretto di Kandhamal spogliate di tutto.