Il voto del 26 febbraio in Iran ha portato "un'atmosfera nuova al Paese": sono queste le parole del presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Hassan Rohani, che ha vinto la sfida contro i conservatori isolazionisti soprattutto nella città di Teheran dove i riformisti hanno preso 30 seggi parlamentari su 30. Alle elezioni, che hanno rappresentato una sorta di referendum per l'attuale presidente, l'affluenza è stata del 50% a Teheran, con punte del 62% nelle altre province del Paese. Oltre 33 milioni di iraniani si sono recati alle urne. Va ricordato, però, che alle presidenziali del 2013 aveva votato oltre il 70% degli aventi diritto.
Si è votato per il sia il Parlamento (il Majlis) sia l’Assemblea degli esperti, l’organo incaricato tra le altre cose di eleggere e rimuovere la Guida suprema, la più alta carica politica e religiosa della Repubblica Islamica dell’Iran. Quali sono stati i numeri delle elezioni in Iran?
Cosa è successo a Teheran?Se nelle province i conservatori hanno mantenuto un buon controllo, nella capitale i riformisti hanno festeggiato una vittoria schiacciante, con tutti e 30 i seggi conquistati in Parlamento. Per quanto riguarda l'Assemblea degli esperti: 15 seggi su 16 assegnati nella capitale iraniana sono stati conquistati, anche qui, dai riformisti.
Il fronte di Rouhani ha la maggioranza in Parlamento
A livello nazionale, anche se i risultati non sono ancora definitivi, ai conservatori (che restano il primo partito) vanno circa 115 seggi, mentre 92 seggi se li sono aggiudicati i riformisti-moderati che in coalizione con gli indipendenti a cui vanno 44 seggi, detengono la maggioranza in Parlamento. Per i rimanenti collegi elettorali non è arrivata una chiara indicazione e servirà un secondo turno di votazioni ad aprile o maggio. Sono 15 le donne entrate nel nuovo Parlamento iraniano, secondo dati ufficiali forniti dal Ministero degli Interni. Si tratta di un numero record, mai raggiunto dal 1979. Altre 5 candidate sono in lizza per il secondo turno.