giovedì 12 aprile 2012
​Il cessate il fuoco fra governo e ribelli in Siria, previsto dal piano di pace dall'inviato dell'Onu e della Lega araba Kofi Annan, è entrato in vigore alle 6 di stamani, le 5 in Italia. Per l'inviato Onu Kofi Annan la tregua «sembra reggere».
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Sembra reggere il cessate il fuoco in Siria promesso dal regime del presidente Bashar al-Assad come parte del piano di pace. Lo riconosce in un comunicato l'inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, secondo il quale «la Siria sta attraversando un raro momento di calma sul territorio. I primi rapporti sono incoraggianti e la fine delle ostilità sembra reggere». Annan ha aggiunto tuttavia che il governo siriano deve aderire a tutti i punti del piano, che prevede anche il ritiro delle truppe e degli armamenti pesanti dalle città.Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha parlato dell'invio di «un team di osservatori il più presto possibile», sottolineando nel corso di una conferenza stampa a Ginevra che la giornata di oggi rappresenta «un momento cruciale» per l'applicazione del piano di pace.ALLE 6 L'ENTRATA IN VIGOREIl cessate il fuoco fra governo e ribelli in Siria, previsto dal piano di pace dall'inviato dell'Onu e della Lega araba Kofi Annan, è entrato in vigore alle 6 di stamani, le 5 in Italia e in piena nottenegli Stati Uniti dove tra poche ore torneranno a riunirsi i ministri degli Esteri del G8, per la seconda e conclusiva giornata del vertice dominato proprio dalla crisi siriana e dall'attesa per il responso sulla 'scadenza' fissata dal piano Annan, tra scetticismo e caute speranze.Il regime di Bashar al Assad verrà giudicato "sui fatti e non sulle parole", ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton che, in veste di 'padrona di casa ' ieri a Washington ha presieduto la riunione dei ministri del G8 nella sua prima giornata che si è conclusa con una cena ristretta (gli otto rappresentanti dei paesi partner) nella residenza del capo della diplomazia americana.Sono così proseguite nella serata le discussioni sui temi di strettissima attualità, Siria e Iran in testa (quest'ultimo anche alla vigilia della ripresa dei contatti con il gruppo 5+1 sul nucleare, sabato 14 a Istanbul) e il lavorio diplomatico che continuerà anche oggi con l'ambizione di tentare (ancora una volta) di ridurre la distanza tra la posizione di Mosca (la Russia è tra i membri del G8) alleato di ferro di Damasco e quella del resto dei paesi rappresentati. Monta così l'attesa per un incontro bilaterale previsto in giornata tra HillaryClinton e il collega russo Serghei Lavrov, mentre il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, è già stato esplicito sull'argomento: "La Russia deve annunciare chiaramente che non vuole essere associata, nè da vicino, nè da lontano a questi atti di violenza e a questa repressione", ha detto.A conferma dell'urgenza del tema, un "fuori programma" ha anche segnato la prima giornata del vertice ieri con l'intervento, su invito della Clinton, del ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu in videoconferenza con la Blair house, sede della riunione a pochi metri dalla Casa Bianca: ha parlato ai ministri del G8 per oltre mezz'ora della posizione della Turchia rispetto alla crisi siriana anche alla luce delle recenti violenze esplose proprio al confine turco, varcato tra l'altro da migliaia di rifugiati siriani.Intanto il ministro degli Esteri britannico William Hague ha fatto sapere che, se i termini del piano Assad non verranno rispettati, Londra solleciterà più dure sanzioni verso Damasco ma soprattutto accrescera" il suo sostegno verso l'opposizione. Mentre la Francia, ha spiegato il suo ministro degli Esteri Alain Juppè, ritiene che l'Onu debba inviare una "robusta squadra di suoi osservatori" per verificare l'effettiva attuazione del piano Annan.
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