LA LEGIONE STRANIERA RECLUTA SULLE SPIAGGE
Reclutare sulle spiagge. È l’ultima trovata della Legione straniera, a caccia disperata di elementi di nazionalità francese. Carenza di vocazioni e nuovi requisiti impongono una propaganda fantasiosa e innovativa. Ecco perché, fino al 23 agosto, i reclutatori della Legione faranno il tour delle spiagge transalpine, lanciando messaggi accattivanti ai giovani di età compresa fra i 17 anni e mezzo e i 39 anni e mezzo.
C’è bisogno di nuovi legionari, francesi più che francofoni, che padroneggino la lingua alla perfezione, visto che anche il Corpo è atteso da un grande processo di rinnovamento del parco mezzi e sistemi di informazione molto più complessi da gestire. Non solo, un francese dovrebbe conoscere al meglio le istituzioni repubblicane nazionali e tramandarne i valori ai commilitoni stranieri.
Sì, perché la Legione è un mosaico multietnico: 8.900 uomini di 140 nazionalità, in prevalenza francofoni (12%) e slavo-balcanici, sebbene non manchino i sudamericani (10%), gli asiatici (8%), gli africani (7%) e gli arabi (6%). A lungo considerata parente povera dell’Armée, la Legione si è rivelata negli anni talmente versatile e addestrata, da offrire ai comandi prestazioni assai migliori dei normali reggimenti.
PER CEMENTARE LO SPIRITO DI CORPO IN CASERMA ANCHE A NATALE
I vertici hanno cominciato a dotarla di armamenti allo stato dell’arte, eleggendola a forza d’elite. Per forgiare lo spirito di corpo, la Legione punta non solo sulla fatica degli allenamenti comuni, ma anche su altre attività coesive e ricreative: dagli sport di squadra, alle serate in bivacco, trascorse fra canti tradizionali, barzellette e poesie. La storia, le commemorazioni e i riti annuali ricordano a ciascun soldato la preminenza dell’istituzione sull’individuo.
La festa del Natale è la principale della Legione. Nessuno è coi familiari d’origine prima del 26 dicembre. Le tradizioni contano, tanto più in un ambiente multietnico, in cui si cerca di amalgamare individui talvolta difficili, con una vita tormentata alle spalle, inculcando loro disciplina, senso del dovere e cameratismo.
«Scrollare la sabbia dal bicchiere » è un rito arcano, che rievoca le lotte nel deserto, durante i pranzi alle mense ufficiali. Dopo aver riempito il boccale con un sorso di vino, i commensali si alzano in piedi. Bevono in onore dei compagni che abbiano combattuto o si trovino ancora fra le sabbie o nel fango. Un unico sorso e giù, il bicchiere sbatte fragorosamente sul tavolo.
L’ufficiale di maggior grado ordina l’attenti e si innalzano le note malinconiche del Boudin, la triste e indimenticabile marcia della Legione, concepita per le sabbie dei deserti nordafricani, dove stenta l’incedere dei soldati. Eserciti regolari e altri corpi dell’Armée marciano a velocità di 120 passi al minuto, i legionari non superano gli 88, privilegio di re e imperatori, eleganti e altezzosi. Dal 1831 ad oggi, la Legione ha combattuto in tutte le guerre della Francia, coloniali, mondiali e postcoloniali, dal Nordafrica all’Indocina, distinguendosi sempre per lo spirito pugnace.