La missione militare
dell'Unione europea nella Repubblica Centrafricana (Eufor-Rca),
attraversata da gravi violenze, da mercoledì è "operativa" e un primo
contingente si è schierato all'aeroporto M'Poko della capitale
Bangui per garantirne la sicurezza: lo si apprende da fonti Ue a
Bruxelles. L'Eufor-Rca sostituisce la forza francese Sangaris, che
finora aveva il controllo dello scalo, dove ha trovato rifugio
un gran numero di sfollati fuggiti alle violenze. La missione
crescerà numericamente fino a raggiungere il limite programmato
di 800 uomini entro giugno. La Francia, come ex potenza
coloniale, avrà un peso preponderante nell'Eufor-Rca, alla quale
parteciperanno, oltre a Paesi Ue come Italia, Spagna e
Finlandia, anche la Georgia.
L'Italia intende partecipare alla missione Ue in Centrafrica
con 50 militari, ha detto il ministro della Difesa, Roberta
Pinotti, ricordando che la decisione deve essere vagliata dal
Parlamento.Nel paese è presente anche la forza africana Misca. Sono stati proprio i militari africani a scortare verso il nord circa 1.300 musulmani che si
nascondevano nelle periferie di Bangui, spesso attaccate dalle milizie Seleka a maggioranza
cristiana. Diciotto camion carichi di gente e di poche cose - panche,
scatole, moto e anche frigoriferi - sono partiti domenica dopo un'attesa di una settimana. L'esodo è stato
ritardato dal timore di attacchi soprattutto nelle zone centrali
del Paese dove le città di Sibut e Dekoa sono considerate aree
particolarmente "calde". I 1.300 musulmani che sono fuggiti oggi
avevano già da tempo abbandonato le loro case ma non erano
riusciti a lasciare Bangui.Di fatto le milizie Seleka ora hanno il controllo
della città e hanno dichiarato l'intenzione di
distruggere la moschea e il minareto. La Repubblica
Centrafricana rischia dunque di spezzarsi in due, con un sud cristiano e un nord musulmano. Il Paese non è riuscito ad uscire in altro
modo dalla guerra scatenata dai ribelli musulmani Seleka: una
volta preso il potere nel marzo 2013, si erano abbandonati a
violenze e saccheggi senza fine.