giovedì 5 dicembre 2013
Il drammatico racconto del vescovo di Bangassou a Fides: «Stanno uccidendo giovani cristiani». È di almeno 105 morti il bilancio degli scontri di ieri a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
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"Una giornata apocalittica": così il vescovo di Bangassou, Juan José Aguirre Muños, definisce quello che è successo ieri a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana. “Di primo mattino mi trovavo all’aeroporto di Bangui per tornare a Bangassou quando è scoppiata l’inferno: si sentivano ripetuti tiri d’armi da fuoco anche pesanti ” racconta monsignor Aguirre all'agenzia Fides. “Una famiglia del quartiere mi ha accolto nella loro casa. Sono rimasti lì per otto ore mentre infuriavano gli scontri. Alle quattro del pomeriggio l’arcivescovo di Bangui, monsignor Dieudonné Nzapalainga, è venuto a prendermi con una scorta dei soldati della missione africana in Centrafrica (Misca) , e mi ha condotto all’arcivescovado”.Dal racconto di monsignor Aguirre sembra che il Centrafrica rischia di sprofondare in un conflitto interconfessionale. “Diversi negozi di musulmani sono stati saccheggiati, mentre mentre i Seleka (che sono in maggioranza musulmani, ndr) stanno uccidendo giovani cristiani un po’ in tutti i quartieri. Abbiamo contato almeno un centinaio di corpi per le strade di questi giovani, spesso uccisi con un colpo di machete in testa. Ogni parrocchia della capitale sta accogliendo fino a 2.000-3.000 persone. Stiamo cercando cibo per queste persone ma l’insicurezza rende difficili gli approvvigionamenti”. Una nota dell'arcivescovato a Caritas internazionale informa che sono 10.000 le persone rifugiate nella chiesa di San Bernardo e nel monastero del quartiere di Boy– Rabe, dove i combattimenti sono scoppiati all’alba di ieri.Il bilancio provvisorio degli scontri è di almeno 105 morti. L’esercito francese - dopo il via libera di ieri da parte dell'Onu a una forza armata formata da 3.600 soldati africani e 1.200 francesi - ha già iniziato a pattugliare le strade della capitale anche con l’impiego di elicotteri. Di recente l'Unicef ha lanciato l'allarme sui bambini-soldato, che nella Repubblica Centrafricana sarebbero 6.000.Il Paese è sprofondato nel caos lo scorso marzo quando i ​miliziani Seleka, a maggioranza musulmana, hanno deposto il presidente Michel Bozizé. L'attuale presidente ad interim Michel Djotodia accusa elementi vicini a Bozizé di essere responsabili dell'attacco.

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