venerdì 9 marzo 2012
​ Caritas italiana: allarme cibo per oltre 10 milioni. Già drammatica la situazione nel Nord del Niger  «Agire ora per evitare il peggio».
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Il rischio di una catastrofe umanitaria nella regione del Sahel in Africa occi­dentale è ormai imminente. I governi di Gambia, Mauritania, Mali, Niger e Burkina Faso, hanno già iniziato a lancia­re allarmi preoccupanti. E bisogna agire in fretta. «Per questo ascoltiamo e condividiamo l’appello delle popolazioni colpite», spiega un docu­mento di Caritas Italiana e delle altre Caritas del “Gruppo di lavoro sul Sahel”: «Stiamo cercando di rispondere rapidamen­te, intensificando gli aiuti immediati per prevenire u­na crisi ancora più grave». Le Caritas si sono recente­mente riunite a Bamako, capitale del Mali, per di­scutere le varie modalità su come affrontare questa nuova emergenza che, do­po quella avvenuta in Africa orientale e nel Corno d’Africa, ora sta minacciando gran parte dell’Africa occidentale. «L’al­larme alimentare tocca ormai più di 10 milioni di persone – afferma la Caritas I­taliana – e se non verranno prese urgen­temente misure efficaci, le cifre rischiano di raddoppiare». Anche Paesi come Senegal e Ciad sono al momento colpiti dall’emergenza, sebbe­ne con effetti minori rispetto alle altre realtà a ridosso del deserto del Sahara. Le piogge del 2011 sono state insufficienti e hanno generato un raccolto deficitario, pari al 25% in meno rispetto all’anno pre­cedente. Un radicale aumento dei prezzi dei beni alimentari ha inoltre aggravato le condizioni dei più poveri.Secondo i dati dell’Ufficio Onu per il coor­dinamento degli affari umanitari (Ocha) che allarga il raggio ad altri Paesi, «sui 13,4 milioni di civili già coin­volti dalla crisi alimentare, almeno un milione è rap­presentato da bambini a rischio di malnutrizione a­cuta ». Drammatica appare già la situazione in Niger, un Paese poverissimo do­ve si sono rifugiati migliaia di civili provenienti dal Mali e dalla Libia: nelle zo­ne settentrionali la cata­strofe sta ormai assumen­do contorni drammatici. «Di solito in questo perio­do, prima delle piogge, c’è ancora un po’ di erba per il pascolo del bestiame», spiega Nassamu Malan, capo del villaggio di Foudouk, nella regione nord di Agadez: «Ma a causa della siccità è già tutto bruciato. Abbiamo sentito che il governo intende vaccinare gli animali – continua Malan – vorremmo che succe­desse anche nel nostro villaggio cosicché gli abitanti non muoiano». Alle cause ambientali dell’emergenza ali­mentare, si aggiungono diversi fattori so­ciali tra i quali povertà, forte pressione de­mografica e debolezza delle economie lo­cali, oltre alle recenti crisi politiche che si sono verificate in Costa d’Avorio, Libia e, ora, nel Mali. Sono infatti migliaia i rifu­giati che stanno scappando dai combat­timenti tra il governo maliano e i ribelli Tuareg per trovare riparo nei Paesi confi­nanti e soffrire ugualmente per la man­canza di cibo. «Questo livello di insicurezza alimenta­re sarà più evidente nel periodo tra apri­le e settembre», avvertono le organizza­zioni umanitarie che operano sul terri­torio: «Dobbiamo quindi investire fin da subito in programmi a lungo termine che possano salvare le vite della gente più a rischio». La sottoscrizione per le popolazioniPer sostenere gli interventi in corso è stata aperta una sottoscrizione e si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite conto corrente postale n. 347013 specificando nella causale: “Carestia Sahel”. Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: UniCredit, via Taranto 49, Roma - Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119; Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474;Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma - Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113. Inoltre con CartaSi (VisaA e MasterCard) telefonando a Caritas Italiana telefono 06 66177001, in orario d’ufficio.
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