sabato 27 settembre 2014
​Barcellona firma il decreto atteso da settimane:  al voto il 9 novembre. Ma Madrid chiarisce: non si farà, è incostituzionale.
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La Catalogna va avanti sulla strada dell'indipendenza dal governo spagnolo e convoca per il 9 novembre il referendum. L'annuncio ufficiale, atteso da giorni, è arrivato questa mattina dal presidente della Generalitat Artus Mas. "La Catalogna vuole parlare, vuole essere ascoltata e vuole votare" ha detto Mas in una dichiarazione pubblica subito dopo la firma del decreto. "Siamo pronti a trattare ma non possiamo rimanere in un immobilismo travestito da presunta legalità che contrasta altri Stati che parlano e vengono ascoltati, che trattano e vengono lasciati trattare". Nessuna risposta dal premier Mariano Rajoy, in visita in Cina, ma la vice presidente Soraya Saenz ha ribadito che il governo non ha intenzione di cedere. "Nessuno - ha detto - è al di sopra della volontà di tutti gli spagnoli, questo referendum non si terrà perché è incostituzionale". Il governo ha intanto convocato per lunedì mattina un Consiglio dei ministri per formalizzare il ricorso alla Corte Costituzionale che con un no congelerebbe la consultazione in attesa di una sentenza finale che potrebbe arrivare dopo anni. La rivendicazione di indipendenza della Catalogna si perde nella storia ed è sempre stata motivo di scontri tra Barcellona e Madrid, anche perché la regione pesa molto all'interno del Paese, con 7 milioni di abitanti, e un determinante contributo all'economia. La prima perdita di indipendenza della regione affonda le sue radici nel 1714 in seguito alla sconfitta contro l'avanzata borbonica. L'istituzione della regione autonoma nel 1931 si dissolse in epoca franchista, fino ad arrivare al culmine di un braccio di ferro serrato nell'ultimo decennio.
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