Monsignor George Nkuo, vescovo di Kumbo
Lo hanno sequestrato mentre tornava nella sua diocesi, Kumbo, dopo una serie di incontri pastorali. Nella prima mattinata di ieri, un gruppo di sconosciuti ha intercettato e catturato, non lontano da Jakiri, monsignor George Nkuo, 66 anni, vescovo del nord-ovest del Camerun, regione anglofona e epicentro della lotta separatista. Secondo le prime ricostruzioni – riportate da “Il Sismografo” –, monsignor Nkuo era stato la settimana scorsa a Bamenda per un incontro e stava portando avanti gli impegni presi durante la riunione. Al momento, non ci sarebbero notizie del pastore. Monsignor Nkuo si era espresso in più occasioni contro la violenza che dilania la regione, lacerata dallo scontro i ribelli secessionisti armati e le forze lealiste dall’ottobre 2016. In quasi tre anni di combattimenti, sono state uccise almeno 2mila persone. In questo contesto, autorità religiose di ogni confessione, leader tradizionali, politici e attivisti si sono mobilitati per il rientro a scuola degli studenti il 2 settembre. Un segno di normalità in mezzo al caos. La settimana scorsa, nell'omelia della Messa dell'Assunvione, il vescovo di Kumbo si era espresso a favore della campagna per il ritorno in classe e per il dialogo fra le parti. Le sue dichiarazioni avevano prodotto forte eco nella stampa.
Probabilmente, il sequestro è legato a tale posizione. Anche perché nell’ultima settimana sono stati rapiti altri due sacerdoti: Franklin Banadzem Dindzee, assistente della gioventù diocesana e Patrick Atang. Entrambi sono stati presi la sera del 15 agosto e rilasciati tre giorni dopo. I due preti erano stati accusati dai sequestratori di «indebite ingerenze politiche». Monsignor Nkuo, in realtà, ha specificato come le sue affermazioni andassero lette in un’ottica di promozione della pace.