lunedì 7 aprile 2014
Rastrellamenti a tappeto e frontiere sotto controllo per ritrovare i due sacerdoti rapiti e la suora canadese. Intanto in Nigeria nuovo massacro di 47 persone. Le LETTERE di don Allegri dalla missione | Le FOTO della visita del vescovo
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Rastrellamenti a tappeto e frontiere sotto controllo in Camerun per ritrovare Gianantonio Allegri e Gianpaolo Marta, i due sacerdoti italiani rapiti nella notte tra venerdì e sabato insieme a un'anziana suora canadese. O almeno per avere qualche informazione sulla loro sorte. Il dispiegamento delle forze di sicurezza è imponente e la Farnesina è al lavoro, come pure la diplomazia vaticana. Ma non ci sono né notizie né rivendicazioni, anche se il riserbo è d'obbligo come ha ricordato questa mattina il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol. Polizia e servizi camerunesi propendono per la pista degli integralisti di Boko Haram, impegnati nello sterminio sistematico di cristiani e islamici moderati nel nord-est della Nigeria, area che confina con il nord del Camerun, proprio quella dove sono stati rapiti i due sacerdoti vicentini. Ieri nello stato di Yobe e in quello di Zamfara, nel nord della Nigeria, sono state massacrate 47 persone in due diversi attacchi.  Nel primo, proprio ad opera dei Boko Haram. sono state trucidate 17 persone, alcune delle quali pregavano in una moschea. Nel secondo, pastori di etnia fulani hanno massacrato 30 persone, molti i membri delle milizie di autodifesa anti Boko Haram. Il timore è che Allegri e Marta siano stati trasferiti dai sequestratori in quella zona, di fatto fuori controllo, e da dove - se sono lì - sarebbe difficilissimo tirarli fuori. Anche se "tutte le uscite dal Paese (nell'estremo nord, alla frontiera con la Nigeria) sono state messe sotto controllo da poco dopo il rapimento", come ha precisato un responsabile della sicurezza che ha voluto conservare l'anonimato, il trasferimento oltre confine potrebbe essere avvenuto immediatamente dopo il sequestro. Nella regione della diocesi camerunese di Maroua si continua comunque a cercare. In ogni caso finora non è filtrata nessuna indicazione. Monsignor Pizziol, da Vicenza, ha invitato i giornalisti alla massima prudenza per non interferire con il lavoro della Farnesina e ha ricordato come "un esplicito invito alla discrezione ci é arrivato direttamente dal ministero degli Esteri italiano che, fin dai primi momenti, ha attivato la propria unità di crisi e i contatti diretti con l'ambasciata in Camerun". Della sorte dei due sacerdoti missionari - ha precisato il vescovo - non sappiamo davvero nulla di certo. Non si può dire se stiano bene, se siano salvi o nelle mani di chi. Per questo ogni illazione oggi potrebbe risultare dannosa rispetto alla speranza da tutti condivisa di arrivare ad una positiva soluzione del rapimento. Ogni comunicazione ufficiale e diretta é interrotta, e alcune ipotesi circa il gruppo che potrebbe aver rapito i due religiosi o il ritrovamento di un deposito di armi, al momento non trovano conferme". Intanto domenica è stata una giornata di preghiera e raccoglimento per i sacerdoti e i fedeli della diocesi di Vicenza. In tutte le chiese della città e della provincia si è pregato per la liberazione dei missionari vicentini don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri. Vivo e affettuoso anche il ricordo per l’anziana religiosa canadese suor Gilberte Bussier. Nel tardo pomeriggio il vescovo ha visitato i parenti dei due preti e si è poi unito alla preghiera del rosario con la comunità parrocchiale di Molina di Malo. La Diocesi è in costante contatto con l’Unità di crisi della Farnesina e con gli altri due missionari vicentini presenti nella diocesi di Maroua. Il Vescovo ha telefonato anche a padre Georges Vandenbeusch, il missionario francese rapito e poi liberato nella medesima zona alcuni mesi fa.
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