giovedì 4 settembre 2014
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Se il primo turno per le elezioni presidenziali previsto per il 5 ottobre si tenesse domani, l’attuale presidente e candidata del Partito dei lavoratori (Pt), Dilma Rousseff, prevarrebbe di appena quattro punti percentuali sull’ex ministro dell’Ambiente numero uno del Partito socialista brasiliano, Marina Silva, che otterrebbe il 33 per cento. Ma se la corsa elettorale finisse al ballottaggio, i sondaggi mostrano per la prima volta che Marina Silva potrebbe diventare il nuovo presidente del Brasile con un vantaggio del 7 per cento sulla rivale conquistando il 46 per cento delle preferenze.  L’ascesa di Marina continua irrefrenabile e a ogni dibattito televisivo, l’ex militante del Pt e dei Verdi che oggi si professa evangelica, aumenta il suo indice di gradimento allontanando sempre più dal secondo posto il candidato social-democartico Aécio Neves (sceso in poche settimane dal 20 al 15 per cento nelle intenzioni di voto). Per correre ai ripari, Dilma Rousseff ha varato quello che la stampa locale definisce un «pacchetto anti-Marina». Prima misura di emergenza: tendere la mano alle chiese evangeliche, soprattutto di indirizzo neopentecostale, che ormai raggruppano oltre 25 milioni di fedeli e potenziali elettori concedendo benefici tributari e di status che prima erano riservati esclusivamente alla Chiesa cattolica. «Per riuscirci, Il Planalto (il Quirinale brasiliano, ndr), vuole scongelare quel progetto di legge proposto nel 2009 e fermo da oltre un anno dopo l’approvazione della Commissione affari sociali del senato», ha rivelato il quotidiano Folha de São Paulo. L’intenzione è quella di garantire un’uguaglianza di trattamento ai più diversi culti e soprattutto estendere a quelle Chiese che svolgono una riconosciuta attività sociale gli stessi benefici fiscali riservati  alle organizzazioni filantropiche. In realtà, la Legge generale sulle religioni, così è stata definita dal governo, è soprattutto una risposta ai pastori evangelici che esigono lo stesso riconoscimento concordato nell’Estatuto Juridico da Igreja Catolica fra il governo del Brasile e la Santa Sede nel 2008. Accordo che prevede benefici non solo di natura fiscale, ma anche di assistenza spirituale nelle carceri e negli ospedali, di riconoscimento civile dei matrimoni celebrati in altri luoghi di culto, nonché il segreto confessionale e il non riconoscimento del vincolo di lavoro tra i religiosi e le istituzioni per le quali essi prestano servizio. Il senatore Eduardo Suplicy, insieme all’ex presidente Lula uno dei fondatori del Partito dei lavoratori, è stato convinto promotore del progetto di legge.  «Ho cercato di tenere in considerazione le obiezioni mosse dai rappresentanti delle diverse confessioni in relazione al progetto – ha spiegato il senatore già impegnato nella liberazione di Cesare Battisti –. L’obiettivo era quello di osservare il precetto costituzionale e garantire gli stessi diritti a tutte le religioni».
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