Terremoto politico in
Brasile: l'ex presidente
Luiz Inacio Lula da Silva
è stato
rinviato a giudizio dalla magistratura per "tentata
ostruzione" dell'inchiesta sul grande scandalo dei fondi neri
versati da Petrobras ai vertici del Partito dei lavoratori (Pt),
il partito fondato proprio da lui.
Insieme a Lula
saranno processate altre sei persone
(politici, imprenditori e banchieri), fra i quali l'ex numero
uno di Btg, André Esteves. Tutti sono accusati di aver cercato
di comprare il silenzio dell'ex direttore del colosso
petrolifero statale, Nestor Cerverò, che nel frattempo è
divenuto collaboratore di giustizia. La politica nazionale torna dunque in primissimo piano nel
Paese sudamericano, che
tra una settimana darà il via alle
Olimpiadi a Rio de Janeiro, in attesa di conoscere anche il
destino del suo capo di Stato in carica,
Dilma Rousseff, sospesa
dalle funzioni perché sottoposta a processo di impeachment.Si tratta della
prima denuncia accolta contro Lula, che è
sotto indagine anche della procura di Curitiba (guidata da
Sergio Moro, il pm simbolo dell'inchiesta 'Lava Jatò) per
sospetto riciclaggio di denaro e occultamento di fondi. Proprio giovedì
Lula aveva presentato ricorso al Consiglio dei
Diritti umani dell'Onu contro quelli che ritiene "abusi di
potere" del pool di magistrati della Mani Pulite.L'ex presidente-operaio, eletto trionfalmente presidente nel
2003 e rimasto in carica fino al 2010, ancora molto popolare, è
stato rinviato a giudizio dal giudice Ricardo Leite, della
decima sezione della Corte federale di Brasilia, insieme all'ex
senatore Delcidio do Amaral, all'ex assessore di quest'ultimo,
Diogo Ferreira, al banchiere André Esteves, all'ex avvocato di
Amaral, Edson Ribeiro, all'imprenditore José Carlos Bumlai
(amico personale di Lula) e a suo figlio, Mauricio Bumlai.Ed è proprio sulle
dichiarazioni rese agli inquirenti dal
"pentito" Amaral che si baserebbero i presupposti per i rinvii a
giudizio: in un dialogo registrato di nascosto dal figlio di
Cerverò, l'ex capogruppo al Senato del Pt avrebbe a suo tempo
cercato di convincere l'ex manager di Petrobras a non
collaborare con la giustizia, offrendogli anche una via per
uscire dal carcere. Finito a sua volta in manette, lo scorso
novembre, Amaral ha poi detto ai magistrati di aver agito per
conto di Lula e di Dilma.In attesa di conoscere la sorte di
Rousseff, oggi Lula si è visto imputare il tentativo di
interferire nello svolgimento delle indagini.