Una vittoria col sapore della sconfitta: è l'esito politico delle elezioni ieri in Brasile per Dilma Rousseff, la candidata del presidente Lula e del Partido dos trabalhadores (Pt). Pur essendo la più votata, la Rousseff si è fermata due-tre punti sotto la soglia del 50% e andrà al ballottaggio del 31 ottobre: dovrà vedersela col socialdemocratico Josè Serra, al 33%. Vera sorpresa la candidata del partito Verde Marina Silva, che sfiora il 20% e sarà l'ago della bilancia del secondo turno.«Siamo abituati alle sfide». Così la candidata di centro sinistra Dilma Roussef, ha commentato i risultati che la vedono in testa al primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane ma che la costringeranno al ballottaggio con l'avversario di centro destra Jose Serra. «Avrò modo di spiegare con maggior dettagli le mie proposte, di mostrare i miei progetti perchè tutti i 190milioni di brasiliani possano godere della ricchezza del Brasile e per garantire che il nostro Paese sia un'economia in crescita non solo dal punto di vista del prodotto nazionale lordo», ha dichiarato l'ex capo dello staff del presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva. Il ballottaggio non è una rarità per le elezioni brasiliane. Anche Lula è stato eletto alla presidenza al secondo turno, nel 2002 e nel 2006. Secondo la Costituzione, il presidente uscente non poteva ripresentarsi per un terzo mandato e Lula ha attivamente sostenuto in campagna elettorale la Roussef. il futuro presidente del Brasile si insedierà il 1 gennaio. Oltre al presidente, i brasiliani hanno votato per 513 deputati della Camera, per 54 degli 81 senatori, e per i governatori di tutti i 26 stati e del distretto federale di Brasilia. Al momento non vi sono ancora risultati definitivi, ma si prevede un buon riusltato per il Pt della Roussef.