Tre turisti italiani sono morti in
Bolivia, altri tre connazionali sono rimasti feriti e c'è un
numero ancora imprecisato di vittime di varie
nazionalità. Viaggiavano tutti a bordo di un bus turistico lungo
la Panamericana, di rientro a La Paz da Salar de Ayuni. Le
vittime sono Lorenzo Licciardi, 30 anni, di Marina di
Montemarciano (Ancona), Franco Cembran, 53 anni, e la sua
compagna Rinalda Di Stefano, 50, partiti da Roma.
Forse per l'eccessiva velocità, o un malore dell'autista,
morto anche lui, l'autocorriera della Trans Turismo Omar,
affittata da Viaggi e Avventure nel mondo, è finita fuori strada
all'altezza di una curva. Oltre agli italiani, ospitava turisti
tedeschi, svizzeri, brasiliani, canadesi, australiani, peruviani
e boliviani. Secondo l'agenzia boliviana Abi i morti sarebbero
almeno nove, i feriti più di 20.
Anche Lorenzo Licciardi figurava nell'elenco dei feriti, poi
invece, i genitori hanno ricevuto la
tragica notizia dai carabinieri. Sarebbe dovuto rientrare in
Italia il 7 settembre, come Franco Cembran, un tecnico
audio-video, e Rinalda Di Stefano, geologa dell'Ispra,
l'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Per Lorenzo, figlio unico, idraulico appassionato di kite surf,
un appartamento pronto in cui sarebbe andato a vivere da solo al
rientro dalle vacanze, questo in Perù e Bolivia era "il viaggio
della vita". Alla madre Mariella, dipendente della Marina
militare, al padre Alberto, macellaio, e alla fidanzata aveva
inviato sms entusiasti: "vedo posti splendidi". Prima della
tappa boliviana sul Lago Titicaca e i Salares, l'ultimo
messaggio: "guarda mamma, vado in una zona senza copertura,
per un pò non ci sentiamo". Della coppia di romani, era la
geologa Di Stefano, originaria dell'Aquila, la più appassionata
di viaggi: "Franco l'aveva seguita - hanno raccontato i
familiari di Cembran - e per lui era una delle prime volte. Se
non la prima. Erano partiti contenti per la Bolivia. Sarebbe
potuto succedere ovunque. Siamo sconvolti".
La Farnesina fa sapere che i tre connazionali feriti (due
sono cinquantenni romani) hanno ricevuto assistenza presso
l'ambasciata italiana a La Paz, mentre sulla dinamica
dell'incidente e dei soccorsi le informazioni sono ancora molto
frammentarie. Il comandante locale di polizia, Gonzalo Carrasco,
ha raccontato all'Abi che il sinistro è avvenuto fra Potosì e
Oruro, a circa 35 km dalla località di Challapata, in un luogo
lontano da centri abitati.
La Trans Turismo Omar "è un'azienda locale di collaudata
esperienza, con mezzi di trasporto efficienti" ha detto
Vittorio Kulczycki, presidente di Avventure nel Mondo,
che in quelle zone dell'America meridionale si appoggia a tre o
quattro imprese di trasporto locale che gestiscono i
trasferimenti notturni. "Da quello che sappiamo - ha aggiunto -
l'incidente è avvenuto in una zona di normale traffico. Tutti
gli italiani sedevano in file vicine. Probabilmente per
l'eccessiva velocità a una curva l'autobus è andato fuori
strada. È accaduto in piena notte e forse questo può aver
provocato qualche ritardo nei soccorsi". Avventure nel Mondo è
in contatto con l'ambasciatore italiano in Bolivia e con la
compagnia assicurativa che cura l'assistenza degli italiani
feriti e si occuperà del rimpatrio delle salme.