In Myanmar ha trionfato il partito del
premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi. La Lega Nazionale
per la Democrazia (Lnd) ha rivendicato la vittoria nelle
elezioni legislative di domenica. Una vittoria confermata dai primi
dati ufficiali e che apre la porta a un cambiamento storico. A
causa di una norma "ad personam" voluta dal passato regime
militare, la pasionaria birmana sa già che non
potrà diventare presidente dopo le elezioni, in quanto la presidenza è vietata a chi ha figli con cittadinanza straniera: è il suo caso, avendo lei sposato un britannico.La Lnd ha ottenuto 35 dei 36 primi seggi di deputati
attribuiti dalla Commissione elettorale. Non è chiaro quando
arriveranno i dati definitivi, potrebbero volerci giorni. In
base ai dati raccolti autonomamente nei seggi, il portavoce
dell'Lnd ha detto però che spera di ottenere "più del 70 per
cento dei voti".
Il partito al governo ammette la
sconfitta. Il presidente dell'Usdp, il Partito di unione,
solidarietà e sviluppo del presidente, Thein Sein, creato nel
2010 per le elezioni di quest'anno, ha detto che
accetterà il risultato delle elezioni. "Abbiamo perso", ha
dichiarato Htay Oo, dicendosi sorpreso dell'entità della
sconfitta subita nella sua circoscrizione, a Hinthada, nella
regione considerata roccaforte del sostegno popolare al
partito: "Non me l'aspettavo perché avevamo fatto tantissimo
per le genti di quella regione ma è la decisione del popolo".
Si festeggia per strada. Una moltitudine vestita con le camice
rosse dell'opposizione è riversata dinanzi alla sede della Lnd e i primi risultati non hano fatto che galvanizzare la folla.
La cautela di San Suu Kyi. La Premio Nobel per ora non si è sbilanciata. "Credo
che abbiate un'idea del risultato, ma ancora non voglio dire
nulla", ha dichiarato in una breve apparizione dal balcone del
partito, nel centro di Yangon. Aveva già vinto nel 1990, ma la giunta militare l'avevano tenuta agli arresti domiciliari per 15 anni.
L'asticella al 67%. La Premio Nobel per la Pace punta a ottenere la maggioranza
assoluta nei due rami del Parlamento e in molte assemblee
regionali. Se si
confermasse questo risultato, la Lnd potrebbe ottenere la
maggioranza assoluta in Parlamento (è necessario i 67%), nonostante il 25% dei seggi
riservati ai militari, e potrebbe eleggere il prossimo
presidente all'inizio del 2016. Di sicuro, la vittoria apre una
nuova era nel Paese dopo decenni di potere dei militari, la cui
influenza è proseguita anche dopo l'autodissolvimento
dell'ultima giunta, nel 2011.