sabato 2 aprile 2016
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PARIGI U n bambino di otto anni, proveniente dalle Isole Comore, si trova da 10 giorni recluso nella area d’attesa dell’aeroporto parigino Roissy-Charles de Gaulle dopo che la polizia di frontiera lo ha fermato al suo arrivo in Francia con un documento falso. La madre del minore lo aveva imbarcato sull’aereo per Parigi con il passaporto del cugino di nazionalità francese: l’obiettivo era che vivesse con la zia che vive in Francia. Atter- rato il 21 marzo dopo ben 8mila chilometri di volo da solo, è stato portato nella zona dell’aeroporto dove si trovano minori e adulti senza documenti validi. Venerdì 25 marzo un tribunale aveva stabilito che «per la sua stessa sicurezza» resterà nello scalo di Parigi in attesa di essere rimpatriato. La madre aveva chiesto di rimandarlo nelle Isole Comore, ma il governo francese ha temporeggiato. Secondo una fonte aeroportuale il bimbo rimesso su un aereo ieri mattina ha pianto e urlato e il capitano si è rifiutato di farlo partire. Un giudice ha successivamente deciso di estendere la sua permanenza nello scalo «nell’interesse della protezione del minore». Dovrà ora essere stabilito se affidarlo ai servizi sociali o consegnarlo alla sua famiglia. Un episodio che ha causato l’indignazione di molte associazioni per la difesa dei minori che sostengono che la reclusione di bambini nell’area di attesa dell’aeroporto è contro la convenzione internazionale per la protezione del bambino, ratificata anche dalla Francia. Il bimbo nello scalo parigino
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