giovedì 30 giugno 2011
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A distanza di quasi quattro mesi dall’assassinio del Ministro per le minoranze, gli inquirenti pachistani hanno concluso l’inchiesta su mandanti ed esecutori dell’omicidio. A preordinare l’esecuzione, il 3 marzo, del cattolico Shahbaz Bhatti, sarebbero stati gli uomini della “Brigata 313” di al-Qaeda, conosciuta in Pakistan come l’«armata fantasma» per la difficoltà di individuarne esponenti e covi ma anche per l’imprevedibilità delle azioni terroristiche. Per i responsabili delle indagini, alla guida della cellula, almeno fino alla sua uccisione all’inizio di giugno colpito da un drone statunitense, sarebbe stato il taleban Ilyas Kashmiri, tra gli uomini più ricercati dall’intelligence pachistana. Da intercettazioni telefoniche e dall’interrogatorio di alcuni sospetti, è emerso che il gruppo terrorista di Kashmiri aveva incaricato un comandante dei taleban della provincia del Punjab, Asmatullah Mawaia, di eliminare il ministro. Dal rapporto di sei pagine visionato dall’agenzia Ansa, che ha diffuso una sintesi del contenuto, si legge che «il piano è stato eseguito da elementi del gruppo estremista Tehrik-e-Islami insieme a una fazione ribelle del gruppo Ghazi Force a Islamabad». Nel documento sono citati i nomi degli esecutori e di una vasta rete di contatti e di complici, alcuni dei quali sarebbero fuggiti a Dubai transitando dallo Sri Lanka. Personaggi arrestati recentemente nella metropoli meridionale di Karachi vengono interrogati in questi giorni e potrebbero emergere, oltre che nuovi particolari sull’omicidio di Bhatti, anche importanti informazioni sulla rete terroristica di matrice qaedista. L’assassino di Bhatti, successivo di due mesi a quello del governatore del Punjab, Salman Taseer, altro politico che con coraggio si era opposto al diffondersi dell’intolleranza religiosa, ha choccato il Paese e ha avuto un’ampia eco internazionale. Il ministro, “colpevole” di volere la revisione della legge antiblasfemia e di avere difeso Asia Bibi, la madre cattolica condannata a morte con l’accusa di avere oltraggiato il Corano, è stato ucciso a Islamabad da un commando islamista vicino alla sua abitazione mentre si recava al ministero di cui era a capo.
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