domenica 14 dicembre 2014
​Un'email, ritenuta credibile dalla polizia, parlava di un piano per colpire l'allora arcivescovo di Buenos Aires. Gli proposero un corpetto antiproiettile, che però non volle indossare.
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Un piano per uccidere il cardinale Jorge Mario Bergoglio. L’allarme scattò a Buenos Aires il 17 dicembre 2009. Alcuni giorni prima negli uffici della pubblica sicurezza arrivò una misteriosa email che aveva per mittente “anonimo1@hotmail.com”. Sembrava una segnalazione come tante. Ma aveva come oggetto lo “scomodo” arcivescovo di Buenos Aires, che non aveva mai mancato di incalzare la politica. Dopo le prime investigazioni, la denuncia venne ritenuta attendibile. Così il futuro pontefice fu sottoposto a un rafforzamento delle misure di protezione. Per la verità i vertici della polizia, da quanto si legge nel documento che ordina il servizio di «scorta discreta », avrebbero preferito che il cardinale indossasse perfino un giubbetto antiproiettile. Richiesta poi rientrata perché, secondo fonti di polizia che ieri hanno confermato la notizia, «il cardinale non ne voleva sapere». Alcuni agenti sostengono che l’arcivescovo provò il giubbetto in un paio di occasioni, ma che poi si rifiutò.  Nel documento di polizia ottenuto da Omar Livieri, autorevole cronista giudiziario del network Infobae, è spiegato che Aníbal Fernández, capo di gabinetto del Consiglio dei ministri, seppe che un gruppo vicino a Luis D’Elía – dirigente del movimento “piquetero” e militante del kircherismo – voleva attentare alla vita del cardinale Bergoglio. Lo stesso D’Elia, che ha sempre smentito, scoprì di essere pedinato, ma da quei poliziotti che volevano assicurarsi che non avesse davvero intenzione di eliminare Jorge Bergoglio. La vicenda si sarebbe conclusa nel febbraio 2010, quando la giustizia archiviò il caso.
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