sabato 4 giugno 2011
Sale a 19 in Germania, 20 in tutta Europa, il bilancio dei morti dell'epidemia di Escherichia Coli, ma il numero dei contagi al di fuori dei confini tedeschi rimane poco al di sopra del centinaio, anche se non mancano i falsi allarmi.
COMMENTA E CONDIVIDI
Sale a 19 in Germania, 20 in tutta Europa, il bilancio dei morti dell'epidemia di Escherichia Coli, ma il numero dei contagi al di fuori dei confini tedeschi rimane poco al di sopra del centinaio, anche se non mancano i falsi allarmi come quello del turista tedesco in Alto Adige, a Merano, colpito da una forma diversa non pericolosa. Secondo quanto scrivono oggi i giornali tedeschi, il numero delle vittime in Germania legati all'epidemia è aumentato di due, portando il totale europeo a 20, compresa una donna morta in Svezia nei giorni scorsi. Secondo i dati dell'Oms, che però per la Germania sono ancora fermi alle 15 di due giorni fa, risultano ufficialmente notificati 1.836 casi complessivi di Sindrome emolitico-uremica (Seu) e di Escherichia Coli Enteroemorragico (Ehec), 101 dei quali in altri 11 Paesi europei. A questi ultimi vanno anche aggiunti i casi negli Stati Uniti che secondo la CDC di Atlanta sarebbero legati all'epidemia in Germania, saliti oggi a 4. Rimane ancora tutto da determinare il cibo che fa da veicolo all'epidemia. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha detto di aver chiesto alla Germania «di fare indagini specifiche sulle forme di confezionamento, perché sembrerebbe più trasversale», la modalità di diffusione del batterio, piuttosto «che riferita a un singolo alimento». In ogni caso, il ministro ha voluto ribadire che «i nostri cibi e le nostre verdure sono assolutamente sicure, bisogna però lavarle sempre. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, e le nostre strutture sono allertate». «Se prima o poi - ha aggiunto Fazio - ci sarà un italiano che è stato nella zona di Amburgo e che ha avuto la malattia non ci dovremo stupire; perché la malattia è circoscritta a una zona, come già avvenuto con altre patologie in passato».Sull'epidemia di Escherichia Coli, che «è stata alimentata una psicosi che è già costata 25 milioni al Made in Italy», la Coldiretti ha organizzato delle manifestazioni antipanico con la distribuzione da parte degli agricoltori di cetrioli e altra frutta e verdura Made in Italy a chilometri zero nelle aree di sosta delle autostrade nel Lazio e in Emilia Romagna. «L'Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici per il crollo dei consumi provocati dalla diffusione di notizie, poi risultate infondate», ha detto il presidente di Coldiretti, Sergio Marino.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: