Il presidente Omar Hassan al-Bashir ha vinto le prime elezioni libere dopo 24 anni in Sudan, confermandosi l'unico capo di stato ricercato dal Tribunale penale internazionale dell'Aja. «Il primo (è stato) Omar Hassan Ahmed al-Bashir. Era il candidato e ha vinto», ha detto il presidente della commissione elettorale sudanese Abel Alier, aggiungendo che Bashir ha ottenuto il 68% dei voti. Nel sud del Sudan, Salva Kiir è stato eletto presidente della regione.«Il vincitore delle elezioni per la presidenza del governo del Sudan del sud è Salva Kiir Mayardit», ha detto Alier, aggiungendo che nella regione Kiir ha ottenuto il 92,99% dei voti. Kiir sarà anche primo vicepresidente del Sudan, formando una colazione tra partiti del nord e del sud. Tra otto mesi in Sudan si voterà per il referendum che potrebbe portare alla secessione, fondando un nuovo stato, il Sudan del sud.Bashir, che ha più volte respinto le accuse avanzate dalla Corte, è stato accusato di crimini di guerra e contro l'umanità per i massacri compiuti nella regione del Darfur, dal Tribunale penale internazionale dell'Aja che ha emesso un'ordinanza d'arresto contro di lui, la prima contro un capo di Stato.Un processo elettorale corrotto da irregolarità, violenze e severe restrizioni ai diritti civili e politici. È quanto emerge dal dossier sulle elezioni che si sono tenute dall'11 al 15 aprile in Sudan, presentato oggi dall'associazione 'Italians for Darfur' nel corso di una conferenza stampa al Senato. Al termine delle cinque giornate di voto, gli exit-poll indicavano il presidente Omar Hassan al Bashir vincitore delle elezioni con una percentuale di preferenze comprese tra il 72 e il 90%. Secondo l'associazione non si è riusciti a garantire la regolarità del voto, nonostante gli sforzi della Commissione elettorale sudanese e degli osservatori neutrali.E intanto oggi sono stati liberati i quattro caschi blu sudafricani rapiti due settimane fa in Darfur, nell'ovest del Sudan. Lo ha reso noto il portavoce dei sequestratori. «Li abbiamo appena liberati a Nertiti, una città nell'ovest del Darfur, e nessun riscatto è stato pagato», ha detto Ibrahim al-Dokki, dirigente del Movimento popolare di lotta democratica, gruppo che ha rivendicato il sequestro. Un portavoce dei Caschi blu ha poi confermato la liberazione dei quattro militari del contingente di pace internazionale Unamid nel Darfur. I quattro, due uomini e due donne, erano stati prelevati domenica 11 aprile, mentre stavano rientrando alle loro abitazioni dopo avere finito di lavorare alla base a Nyala (Sud del Darfur).