Il primo verdetto della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) ha colpito il signore della guerra Thomas Lubanga: l'ex capo della milizia della Repubblica democratica del Congo è stato riconosciuto colpevole di crimini di guerra per avere reclutato con la forza bambini-soldato durante la guerra civile nel 2002 e nel 2003.Ad assistere alla lettura della sentenza, definita "storica" dal procuratore Luis Moreno Ocampo, anche l'attrice americana Angelina Jolie, grande sostenitrice della Corte fin dal suo insediamento, dieci anni fa."La Camera ha concluso all'unanimità che l'accusa ha dimostrato, al di la di ogni ragionevole dubbio, che Thomas Lubanga è colpevole di avere arruolato bambini di meno di 15 anni e di averli coinvolti in un conflitto armato", ha detto il giudice britannico Adrian Fulford, leggendo il responso. Il giudice ha accolto completamente le tesi di Ocampo, pur criticandone la scarsa supervisione sui bimbi-soldato che hanno testimoniato durante le udienze, alcuni dei quali potrebbero essere stati indotti a fornire false testimonianze.La pena a cui è stato condannato Lubanga, 51 anni, sarà resa nota successivamente. L'ex presidente dell'Unione dei patrioti congolesi (Upc), arrestato a Kinshasa nel marzo 2006 e trasferito all'Aja con l'accusa di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità, rischia il carcere a vita. Il 'signore della guerra', che usava bambini anche tra la sua guardia personale, si è sempre dichiarato non colpevole.Oggi, vestito tutto di bianco incluso il tradizionale copricapo, ha assistito impassibile alla lettura del verdetto. Solo alla fine dell'udienza ha scambiato un breve sorriso con la moglie. Molto concentrata e attenta, dall'altra parte dell'aula, anche Angelina Jolie, seduta tra il pubblico separato da un parete di vetro. "La sentenza di oggi è un momento importante per la Corte, per la Repubblica democratica del Congo e per il diritto internazionale", ha dichiarato. "Forse, il verdetto di colpevolezza di oggi porterà qualche sollievo per le vittimedelle azioni di Lubanga", ha aggiunto l'attrice. "Ma ancora più importante, la sentenza invia un forte messaggio contro l'uso di bambini soldato. Oggi è il loro giorno: è un segnale che l'impunità non esiste", ha rimarcato la Jolie. È la quarta volta che l'attrice-regista visita la Corte e quella di oggi è stata la sua terza apparizione al processo contro Lubanga.La sentenza è stata accolta con unanime soddisfazione da moltissime organizzazioni non governative, che hanno calcolato almeno 60 mila vittime negli scontri interetnici in Congo dal 1999. "Speriamo che questo verdetto aiuterà la Corte a consolidare la sua legittimità", ha dichiarato Paul Nsapu, presidente della Federazione internazionale dei diritti dell'uomo, toccando un punto sensibile. La giurisdizione della Cpi non è ancora riconosciuta dagli Usa e il suo potere di azione è limitato dal blocco nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, l'unico organismo che può ordinare un processo. Ma oggi gli Usa hanno accolto con grande favore la sentenza contro Lubanga definendola "un momento storico e un passo importante per portare giustizia al popolo congolese".