Oltre 700mila bambini brasiliani sono tagliati fuori dalla scuola. Sono troppo poveri per acquistare libri e divisa. O troppo sfruttati da datori di lavoro che non si fanno scrupoli a schiavizzare i minori.
Sessanta di loro, però, anche il prossimo anno
entreranno, tanti per la prima volta, in un’aula grazie ad Abbà onlus. E
alle persone – fra cui molti italiani – che la sostengono. Una goccia
rispetto alla vastità del problema. Ma il mare è fatto, appunto, di
gocce. I piccoli,
con difficoltà economica e familiare, saranno accolti nella Casa São
Josè di San Paolo, nel quartiere-baraccopoli di Santa Cecilia. Là
potranno anche frequentare un percorso socio-educativo personalizzato
all’interno del Colegio Graphéin, specializzato nell’assistenza a bimbi
con disturbi di apprendimento o psicosociali. In 20 anni di attività, Abbà ha consentito a un
migliaio di bambini di diplomarsi. Non solo in Brasile ma pure in
Camerun, India, Pakistan, Filippine. Oltre alle varia attività
realizzate a sostegno all’educazione in vari Paesi del Sud del mondo
oltre che in Italia.