venerdì 20 giugno 2014
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​La tappa guatemalteca non era prevista. Il tour latinoamericano del vicepresidente, Joe Biden, doveva toccare Colombia, Brasile e Repubblica Dominicana. L’ondata record di baby migranti non accompagnati arrivati dal Centramerica agli Usa ha cambiato i piani della Casa Bianca. Del resto, come ha detto il presidente Barack Obama, si tratta di un’«emergenza umanitaria». Già 47mila bambini, dai tre anni in su, sono stati fermati dopo aver passato irregolarmente il confine dall’inizio dell’anno. E il flusso continua. Tanto che gli esperti hanno innalzato le stime delle detenzioni totali: delle 60mila paventate, se ne prevedono 90mila. A Città del Guatemala, Biden arriverà oggi per incontrare il presidente Otto Pérez Molina, l’omologo salvadoregno, Salvador Sánchez Cerén e un delegato honduregno. L’obiettivo è coordinare una strategia per fermare l’emorragia di piccoli. Non si tratta di un’impresa facile. Il “Triangulo Norte” centramericano – Honduras, El Salvador e Guatemala – è considerato dall’Onu la regione più violenta al mondo. In Honduras, ci sono 90 assassinii ogni 100mila abitanti. Colpa dei gruppi di narcotrafficanti: spinte dalla pressione militare, negli ultimi anni, le bande hanno spostato le basi dal Messico al Centroamerica. Qui i narcos hanno stretto legami con le gang storiche – “maras” –, impiegandole come bassa manovalanza criminale. L’aumento esponenziale della violenza è stato immediato. Al contempo, è cresciuto il reclutamento di minori, presi per rimpiazzare gli adulti assassinati. “Baby-narcos” o “baby-irregolari”: è questa la scelta che si trovano di fronte migliaia di genitori e parenti disperati. Il rapporto del Servizio migrazioni e rifugiati della Conferenza episcopale Usa aveva già denunciato questo esodo forzato. E i vescovi statunitensi, messicani e centramericani hanno ribadito nel recente incontro di El Salvador. Molte organizzazioni umanitarie e lo stesso governo honduregno ha chiesto di non rimpatriare i piccoli e di concedere loro lo status di rifugiati in quanto profughi di guerra. Anche se di una guerra non dichiarata quanto reale. La Casa Bianca è in una posizione scomoda. I repubblicani imputano il record di baby-arrivi alla politica “soft” di Obama. Che, dal 2012, ha fermato le deportazioni di minori. Solo, però, di quelli che avessero compiuto studi o servizio militare negli Usa. La mossa – affermano i repubblicani – ha generato confusione: tanti in Centramerica crederebbero in una sorta di moratoria. Biden si recherà in Guatemala per ribadire che tali voci sono infondate. «Non c’è luce in fondo al tunnel», ha già detto.
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