E' di
29
feriti, tra cui 6 agenti di polizia, il bilancio provvisorio
dell'esplosione di un'autobomba davanti ad un sede delle forze
di sicurezza nel distretto di Shubra El-Kheima,
nella periferia
nord del Cairo.
L'attentato avviene a 48 ore dal nuovo giro di vite voluto
dal presidente Abdel Fattah al Sisis che ha approvato una nuova
legge antiterrorismo più dura di quella già in vigore, che
oltre ad inasprire ulteriormente le pene assegna ancora maggori
poteri alla polizia. La forte esplosione è avvenuta
poco prima delle 2 del mattino e secondo la prima ricostruzione
del ministero degli Interni egiziano "un uomo ha
improvvisamente fermato la sua auto davanti all'edificio della
sicurezza nazionale, è saltato fuori ed è fuggito a bordo do
una motocicletta che seguiva il veicolo" e poco dopo è
avvenuta la deflagrazione. Testimoni oculari riferiscono che
l'edificio è stato parzialmente distrutto.
L'Is ha rivendicato in un
comunicato la paternità delle esplosioni. L'attentato era stato rivendicato stamane su Facebook
anche da un gruppo black bloc egiziano. "Questa operazione -
spiegano i miliziani - è la vendetta per i nostri
fratelli e tutti i martiri musulmani". "Grazie a Dio i soldati del
Califfato sono riusciti a raggiungere la sede della Sicurezza
nazionale nel cuore del Cairo ... con un'autobomba parcheggiata
nei pressi dell'edificio", annuncia l'Is nel suo comunicato.
"Questa operazione - spiegano ancora i miliziani - è la
vendetta per i nostri fratelli e tutti i martiri musulmani". E
"tutti coloro le cui mani si sono macchiate del sangue in
particolare di mujaheddin dovranno attendere il loro turno e...
aspettarsi il peggio", conclude il comunicato.