L'assenza che pesa di più è quella di Vladimir Putin. Il presidente russo non è andato a New York per l'inizio del dibattito, mercoledì, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, forse per non doversi trovare sul banco degli imputati a causa della crisi ucraina. Proprio questo sarà uno dei temi al centro dell'agenda della 69ma Assemblea, insieme agli altri focolai che, in una convergenza che sembra non avere precedenti, stanno infiammando numerose regioni del mondo.
Assente Putin, sempre più isolato sulla scena internazionale, al
Palazzo di Vetro sono arrivati oltre 140 leader mondiali. Da Barack Obama a Matteo Renzi. Da mercoledì e per i giorni successivi sarà tutta una girandola di incontri, riunioni, ristrette o allargate, minivertici. Ministri degli Esteri abituati all'evento definiscono la settimana che
si appena aperta come quella della "diplomazia
speed dating", degli appuntamenti veloci, cinque minuti con quel Paese, cinque minuti con quel leader o ministro.A dominare il dibattito al Palazzo di Vetro sarà la minaccia posta dai
jihadisti dello Stato islamico, tema che sarà al centro dell'intervento del presidente degli Stati Uniti
Barack Obama, il cui obiettivo è quello di far approvare dal Consiglio di Sicurezza una risoluzione che obblighi tutti i paesi membri ad adottare leggi per contrastare il reclutamento di jihadisti che partono per la Siria e l'Iraq. Il dibattito e gli incontri a margine saranno dedicati anche alla crisi in Libia, alla situazione in Medio Oriente, dopo i 50 giorni di offensiva militare israeliana a Gaza, e all'Iran.
A margine dell'Assemblea, si è tenuto martedì il Summit sul Clima. La posizione dell'Italia è stata espressa nel suo intervento dal premier
Matteo Renzi: l'accordo cui si sta lavorando per il summit di Parigi del 2015, ha detto, "dovrà essere vincolante". "Quella dei cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo, lo dice la scienza, non c'è tempo da perdere: la politica deve fare la sua parte", ha sottolineato il
premier. "I nostri figli - ha detto Renzi - attendono che a Parigi
l'accordo sia vincolante, e che i posti di lavoro della green
economy siano veri". Per questo, ha assicurato il premier,
"l'Italia è pronta a contribuire con una dotazione significativa
al fondo verde delle Nazioni Unite".