martedì 9 febbraio 2010
Centinaia di miliziani «travestiti da civili»:hanno lanciato pietre e uova contro la rappresentanza. Insulti dai basiji fedeli al regime: «Morte a Berlusconi».Divelto anche il cartello «Via Roma». Domenica, per protestare contro le parole del premier in sostegno di Israele, era stato convocato l'ambasciatore Bradadini.
  • Le scelte che pesano più delle pietre, di R. Redaelli  
  • NUCLEARE: l'Iran tira dritto e inizia l'arricchimento dell'uranio
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    Domani è la giornata più attesa e temuta. Domani l’Iran celebrerà il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica e il Paese si avvicina a una data tanto simbolica con i nervi tesi, gli occhi del mondo puntati addosso. Mentre all’impianto di Natanz è stata lanciata la sfida all’Occidente con il via all’arricchimento dell’uranio al 20%, nel cuore di Teheran ribolle il magma del confronto interno tra il regime, che ha annunciato imponenti manifestazioni nelle principali vie della città, e l’opposizione, pronta a scendere di nuovo in piazza per protestare contro il governo. Cortei non autorizzati dalle forze di sicurezza. E sui quali incombe l’“anatema” della Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei. Si teme il peggio. E in questo clima di estrema tensione è maturato anche un attacco contro alcune ambasciate europee che si trovano nel centro della capitale: quelle di Italia, Francia e Olanda. A dare notizia dell’assalto alla nostra rappresentanza è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini nel corso di un’audizione al Senato. Frattini ha spiegato che centinaia di miliziani basiji (i paramilitari fedelissimi del regime), «travestiti da civili», si sono radunati intorno all’ambasciata e hanno cominciato a lanciare pietre e uova urlando slogan come: «Morte all’Italia», «Morte a Berlusconi», «Se non cambierete, questo è solo l’inizio». È stato anche divelto il cartello «Via Roma» in una strada di fianco all’edificio. La Tv di Stato iraniana ha reagito alle parole del ministro, sostenendo che ad agire non sono stati i basiji, «verso i quali Frattini manca di rispetto», ma «studenti universitari» che chiedevano al Parlamento di limitare le relazioni con i governi che «interferiscono» nelle vicende iraniane. Secondo l’emittente, inoltre, in passato l’ambasciata «aveva dato rifugio a facinorosi», cioè giovani dell’opposizione che partecipavano alle proteste anti-regime.In ogni caso, il ministro degli Esteri italiano, pur rilevando che che non ci sono stati «danni seri» grazie all’intervento della polizia iraniana che «ha scongiurato l’assalto vero e proprio», ha sottolineato che l’accaduto è guardato con grande preoccupazione da Roma, tanto che la Farnesina ha dato indicazioni all’ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, di non partecipare alle cerimonie per l’anniversario di domani. Domenica, lo stesso ambasciatore è stato convocato dal ministero degli Esteri iraniano per una protesta ufficiale in relazione alle parole pronunciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella recente visita in Israele (il premier aveva rinnovato il suo sostegno a Israele esortando l’adozione di «sanzioni efficaci» contro l’Iran per il suo discusso programma nucleare). Parole che, nell’occasione, sono state ribadite agli iraniani: «Ci siamo limitati a dire che sono frasi in cui tutta l’Italia crede profondamente», ha spiegato Frattini, perché «la garanzia dell’esistenza di Israele è un principio assolutamente indiscutibile». Per parte sua, l’ambasciatore Bradanini, rilevando che l’episodio alla sede diplomatica è stato contenuto e presto superato, ha confermato che attacchi come quelli «vengono orchestrati dal regime», come già accaduto in passato. Frattini ha comunque voluto smentire che sia in corso una crisi «particolare» tra l’Italia e l’Iran: Teheran «ha rapporti complessi e problematici con l’intera comunità internazionale», ha sottolineato. Tant’è che gli stessi episodi di violenza si sono verificati anche di fronte alle altre rappresentanze straniere. «A livello di Unione Europea sono in corso contatti per giungere a una posizione comune», ha fatto sapere Frattini . La nostra ambasciata a Teheran rimarrà comunque aperta: «Non precipitiamo la situazione», ha detto il capo della Farnesina. Restano i timori per quanto potrà accadere domani. Frattini ha annunciato che «non sarà tollerata» una nuova ondata di repressione contro i manifestanti, come giù accaduto troppe volte negli ultimi mesi. «Ma non ci aspettiamo niente di buono», ha concluso.
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