giovedì 11 marzo 2010
Blitz a Ogi contro la sede di World Vision: sei i morti. Il capo della sicurezza di Mansehra, Waqar Uddin: stiamo dando la caccia agli assalitori. Giovanna Reda, coordinatrice nazionale: difficile immaginare che sia stato organizzato da fondamentalisti islamici.
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Un’azione in stile militare, eseguita alle 9 del mattino da una quindicina di uomini che hanno prima fatto esplodere delle granate contro l’edificio e poi sono entrati sparando indiscriminatamente. Sotto il fuoco delle mitragliatrici nella sede della Ong americana World Vision a Ogi, nel distretto di Mansehra, a soli 65 chilometri dalla capitale Islamabad, sono morti sei operatori di nazionalità pachistana, tra cui due donne. Forse sette i feriti ricoverati in un vicino ospedale. Il capo della polizia distrettuale di Mansehra, Waqar Uddin, ha comunicato che i suoi uomini sta dando la caccia agli assalitori che si sono dileguati sulle montagne dopo una sparatoria con le forze di sicurezza intervenute dopo la strage.Nessuna rivendicazione, anche se le autorità militari hanno subito puntato il dito contro i taleban, messi alle strette nelle vicine aree tribali dall’offensiva governativa e rifugiatisi anche nella regione di Mansehra. Nonostante l’ispirazione cristiana di World Vision, sembra ininfluente la motivazione religiosa davanti a una guerriglia che nelle regioni settentrionali del Pakistan è stata duramente colpita delle offensive governative e via via emarginata dalla popolazione locale e che non approva attività da parte di organizzazioni che ritiene veicolino immoralità e ostilità nei loro confronti. Dall’ottobre del 2005, quando la zona è stata colpita dal terremoto che fece 75mila vittime e oltre 3 milioni di sfollati, molte Ong e gruppi internazionali sono attive nel distretto di Mansehra e impiegano quasi esclusivamente personale locale, spesso femminile o appartenente alle minoranze religiose.«Non sappiamo al momento i motivi di questo attacco ma ci sembra difficile immaginare che sia stato organizzato da fondamentalisti islamici poiché World Vision, pur essendo un organizzazione che si ispira ai valori cristiani, da sempre lavora in armonia con la popolazione locale senza discriminazioni di sesso, razza, etnia e, soprattutto, religione», ha affermato Giovanna Reda, coordinatrice nazionale di World Vision in Italia. «Abbiamo subìto un attacco che proprio non ci aspettavano dal momento che non ci sono state né lettere minatorie né atteggiamenti che potevano far presupporre un assalto di questo tipo. Il lavoro di sostegno alle emergenze e per lo sviluppo portato avanti da World Vision viene condotto ormai da anni soprattutto grazie al sostegno di personale locale. Al momento, tutte le operazioni della nostra associazione in Pakistan sono sospese», ha comunicato Reda.World Vision è, secondo la sua mission ufficiale «un’organizzazione d’ispirazione cristiana per il soccorso, lo sviluppo e la difesa dei diritti, che lavora a contatto con bambini, famiglie e comunità per vincere la povertà e le ingiustizie». Rivolta a persone di tutte le fedi e attiva in numerosi Paesi del mondo, ultimo il Cile del post-terremoto, la Ong fondata nel 1950 negli Stati Uniti dal pastore evangelico Robert Pierce estende la sua attività a quasi 100 Paesi, con circa 40mila operatori.
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