lunedì 14 aprile 2014
​Accusata ingiustamente di blasfemia in Pakistan è in carcere da 4 anni e mezzo, ma i giudici hanno rinviato l'udienza per l'ennesima volta. La frustrazione dell'avvocato difensore.
Una donna senza garanzie  di F.Scaglione
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Si infittisce il giallo dei continui rinvii del processo di appello per Asia Bibi. L’Agenzia Fides riporta che questa mattina l’amministrazione dell’Alta Corte di Lahore ha comunicato che il caso (l’unico di un corpus di processi in lavorazione) è stato rinviato “a data da destinarsi”.

La tattica dei continui rinvii (il quarto in due mesi) costituisce “una lesione delle prerogative di giustizia per una cittadina pakistana, come è Asia”, nota a Fides l’avvocato di Asia, il cristiano Naeem Shakir. L’avvocato aveva spiegato a Fides che, dopo il trasferimento di uno dei giudici, il caso di Asia era passato a un altro collegio, poi a un terzo. Il fatto è che “l’intero corpus dei processi che era appannaggio del primo collegio ora è in mano a nuovi giudici, e le udienze sono fissate tutte, tranne quelle per il processo ad Asia Bibi”.

L’amministrazione della Corte ha riferito che, per il caso di Asia, si dovrà aspettare il rientro, nemmeno certo, del giudice che era nel primo collegio, e potrebbero passare molti mesi.

 

“Siamo delusi e frustrati. E’ una procedura non corretta e poco trasparente. Non c’è alcuna ragione plausibile perché solo il processo di Asia Bibi non venga messo a calendario. E’ un rinvio ingiustificato. Chiederò un incontro con il presidente dell’Alta Corte, per avere chiarimenti. Se non saremo soddisfatti, scriveremo una lettera come Consiglio dell’ordine degli avvocati”, conclude Shakir. Per Asia, da oltre 4 anni e mezzo in carcere, si profilano ancora diversi mesi dietro le sbarre, nella prigione femminile di Multan.

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