Offensiva dei miliziani islamisti su Aleppo e controffensiva dell'aviazione siriana. Non c'è tregua per la martoriata città, seconda per dimensioni dopo la capitale Damasco e un tempo fulcro economico del paese.
Il regime di Bashar al-Assad ha risposto al massiccio attacco di una coalizione jihadista scatenando una violenta serie di raid aerei. Lo hanno riferito gli
attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo
vicino all'opposizione con sede a Londra. Secondo l'agenzia di stampa
ufficiale Sana, che cita una fonte dell'esercito, oltre 100
"terroristi" sono stati uccisi e 14 veicoli sono stati distrutti.
Nella notte
una coalizione composta da 13 gruppi estremisti tra i
quali figura anche il Fronte al-Nusra, il ramo di al-Qaeda in Siria,
aveva lanciato il più violento attacco degli ultimi tre anni contro i quartieri in mano alle forze governative. I combattimenti sarebbero scoppiati nella linea del fronte nel quartiere Zahara per estendersi poi ad altri fronti, come la città vecchia e le principali linee di rifornimento dei governativi. In un comunicato, la coalizione ribelle ha affermato che l'obiettivo dell'offensiva "è la liberazione di Aleppo per istituirvi la Sharia"; ovvero la legge islamica.
La caduta di Aleppo rappresenterebbe un forte colpo al regime, al quale rimarrebbe il controllo della sola striscia di territorio che da Damasco sale a nord fino al litorale mediterraneo. Una vittoria dei miliziani sunniti dividerebbe la Siria tra un Ovest controllato da Damasco e il resto del Paese controllato da un miscuglio di gruppi armati.