La Serbia non commise genocidio
nei confronti della Croazia durante la guerra dei Balcani. Lo ha
stabilito la Corte internazionale di giustizia dell'Onu che ha
sede all'Aja. I giudici hanno quindi respinto le accuse avanzate
dal governo di Zagabria sulle tragedie di Vukovar e altre città
nel 1991.
Con un verdetto atteso da
ben sedici anni, la Corte Internazionale di Giustizia ha
sentenziato che né la Serbia né la Croazia si resero
direttamente colpevoli di genocidio durante le guerre
balcaniche seguite nei primi anni '90 al collasso dell'ex
Jugoslavia. La loro responsabilità è circoscritta al solo
fatto di "non averlo impedito".Nel corso di una pubblica udienza all'Aja il
presidente della massima istanza Onu, il magistrato e
diplomatico slovacco Peter Tomka, ha osservato che le
rispettive forze commisero sicuramente atrocità nei territori
da esse occupati, ma "solo in alcuni degli episodi esaminati
sono stati riscontrati gli estremi del genocidio, non in
tutti".Inoltre, per poter formalizzare un'accusa di quel tipo,
a giudizio della Corte, "è necessario il proposito deliberato
di eliminare un determinato gruppo etnico, sul piano fisico
ovvero psicologico": nessuna delle due parti è tuttavia stata
in grado di fornire "prove sufficiente" a sostegno delle
proprie asserzioni incrociate.Si chiude così, con un
verdetto vincolante e inappellabile, una controversia che ha
pesato come un macigno sulle prospettive di un'eventuale
normalizzazione dei rapporti tra le due Repubbliche ex
jugoslave: e che con ogni probabilità continuerà a
ostacolarla. La disputa era stata avviata nel 1999 da Zagabria,
che aveva denunciato la violazione da parte serba della
Convenzione sul Genocidio del 1948 durante l'occupazione della
Krajina. L'anno seguente Belgrado aveva replicato con una
contro-denuncia, in senso eguale e contraria, relativa alla
controffensiva croata chiamata in codice Operazione Tempesta.
Ambedue in Paesi reclamavano tra l'altro enormi indennizzi
finanziari.I giudici dell'Aja, ragionando in punta di diritto,
hanno peraltro stabilito che all'epoca dei fatti nessuno dei
ricorrenti costituiva uno Stato sovrano e indipendente. Sul
piano formale, hanno inoltre argomentato, esisteva ancora ed
esclusivamente la vecchia Jugoslavia, unico soggetto tenuto
quindi al rispetto della Convenzione in materia.L'unica pronuncia di tale livello che finora abbia
individuato un effettivo genocidio nella carneficina dei
Balcani resta dunque quella sul massacro di Srebrenica del '95,
in Bosnia, emessa nel 2004 e comunque non dalla Corte di
Giustizia delle Nazioni Unite ma dal Tribunale Penale
Internazionale Onu ad hoc: anche in quel caso sono però state
chiamate in causa le milizie irregolari serbo-bosniache, non lo
Stato serbo in quanto tale se non, già allora, per mancata
prevenzione di quanto sarebbe accaduto sul campo.