venerdì 1 aprile 2016
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«Avevamo trascorso la Pasqua in pace, seguendo con raccoglimento le bellissime liturgie della notte e della giornata. All’improvviso, poi, è arrivata la notizia di quella terribile bomba». A raccontarlo, da Lahore, è suor Maria Lillian, priora provinciale in Pakistan delle Suore domenicane di santa Caterina da Siena. La Congregazione ora conta nel Paese quindici comunità e una novantina di suore, cui si aggiungono le postulanti e le novizie. «È stato proprio un attacco contro la religione, perché vicino al parco ci sono soprattutto le abitazioni dei cristiani. Due nostre consorelle hanno perso dei familiari per l’esplosione e altri sono rimasti feriti. Un atto mostruoso che ha ucciso cristiani e musulmani, con i loro figli: erano tutti insieme in allegria». Il parco di Lahore, infatti, domenica era affollatissimo per la Pasqua, ma anche perché in città è consuetudine salutare l’inizio di primavera con un festival dedicato ai bambini. Nel Paese la tensione è sempre altissima. Anche se gli estremisti islamici – che chiedevano tra l’altro l’impiccagione di Asia Bibi – hanno interrotto le proteste di piazza a Islamabad. «La situazione è nettamente peggiorata negli ultimi anni – spiega la priora generale, suor Maria Elvira Bonacorsi –. La nostra opera è sempre stata apprezzata da tutti, ma adesso le cose si sono complicate. Soprattutto nelle grandi città, ma anche nei villaggi ci si sente meno sicuri». Le suore domenicane arrivarono in quella terra ottant’anni fa e da allora si occupano soprattutto di educazione e istruzione, ma anche di cure sanitarie negli ambulatori e dispensari nelle campagne o dell’accoglienza dei bambini ammalati di poliomielite. «Gestiamo due scuole anche a Quetta, sul confine con l’Afghanistan, e in passato abbiamo già subito attacchi». Paura? «Ovviamente siamo preoccupate, ma andiamo avanti. Teniamo sempre il crocifisso in vista, senza alcun timore di essere riconosciute. E, malgrado le tensioni, tra pochi giorni apriremo a Islamabad una nuova comunità. Nelle nostre scuole, in inglese, la maggioranza degli studenti è musulmana e ha sempre mostrato grande rispetto per noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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