Ahmadinejad, atto secondo. Il presidente uscente iraniano, contestato all'estero per le sue posizioni antisemite, ha rivinto le elezioni presidenziali svoltesi ieri. E' stato rieletto con il 62,6% delle preferenze. Al candidato riformista Mussavi è andato solo il 32%, mentre gli altri due concorrenti - Karrubi e Rezai - sono rimasti lontanissimi.Nel pomeriggio si sono verificati scontri e manifestazioni di piazza con i supporter di Mussavi che lanciavano slogan contro Ahmadinejad definendolo «dittatore» e dando fuoco ad alcuni cassonetti. La polizia è intervenuta con alcune cariche e il ministero degli Interni ha proibito qualunque dimostrazione. Nelle violenze verificatesi a Teheran è stata coinvolta anche una troupe giornalistica del Tg3.Mussavi però ha lanciato pesanti accuse sulla regolarità del voto affermando che il popolo iraniano sarà «vigile e non si piegherà a chi prende il potere con gli imbrogli. Non mi arrenderò a questa farsa pericolosa» ha dichiarato. Inoltre Mussavi ha chiesto alle autorità del governo del presidente Ahmadinejad di «tornare alla legalità e salvare il voto della nazione». La guida religiosa suprema sciita, l'ayatollah Khamenei, ha salutato il successo di Ahmadinejad definendola «una benedizione divina» e un «motivo di gioia e progresso» per tutto il popolo iraniano.Contrastanti le reazioni internazionali al voto delle presidenziali iraniane. Il movimento islamista radicale palestinese Hamas ha manifestato la sua soddisfazione per l'esito delle urne e la conferma di Ahmadinejad, auspicando che Teheran «continui ad appoggiare» la propria posizione anti-israeliana. Da Tel Aviv arriva invece una reazione molto negativa, con il viceministro degli Esteri Danny Ayalon che invita la comunità internazionale ad impedire il programma nucleare, uno dei capisaldi della piattaforma politica del presidente iraniano confermato.