martedì 27 ottobre 2009
Le autorità keniote lanciano un appello per 390mila tonnellate di cibo, indispensabili da ora a febbraio. Pesanti le conseguenze della scarsità di piogge: razionalizzate le riserve a Nairobi. Situazione d'emergenza anche in Etiopia e nel Corno d'Africa, dove sono in aumento le epidemie ed è ricomparso anche il colera.
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    L’Africa orientale fronteggia una carestia epocale. Si era già parlato nei giorni scorsi dell’Etiopia, dove sono a rischio oltre 6,2 milioni di persone. Si sa da tempo della Somalia, violentata da un conflitto che non consente molto alle attività produttive. Ma soffre, e molto, anche il Kenya, Paese che a queste latitudini è da tempo visto come il cugino ricco, se ricco può definirsi un Paese dove oggi 3,8 milioni di cittadini sono sull’orlo della fame. In tutto, tra i due Paesi, fanno 10 milioni di affamati.Occorreranno almeno 390.000 tonnellate di cibo per far fronte in Kenya di qui a febbraio ai bisogni minimi di circa 3,8 milioni di persone letteralmente alla fame. Ciò mentre a Nairobi, in due slum, negli ultimi giorni ci sono stati almeno 11 morti per colera, e molte centinaia sono i ricoverati anche con varie forme di emorragie  diarroiche. La mancanza delle piogge e di acqua - non ci sono stati quasi raccolti e i prezzi degli alimentari sono lievitati - sono all'origine della tragedia. Nel darne notizia un organismo governativo ha precisato che per procurarsi questa quantità di alimenti occorreranno 26,5 miliardi di scellini keniani, cioè oltre 353 milioni di dollari americani. In tal senso è stato lanciato un disperato appello ai donatori perché intervengano presto.Analogo dramma, per analoghe ragioni, sta avvenendo anche in Etiopia, ed in altri Paesi del Corno d'Africa, i più colpiti dalla siccità di quest'anno. Per quanto riguarda il colera gli ospedali, soprattutto quelli gestiti da missionari, intorno agli slum della capitale keniana sono strapieni. Le morti accertate da venerdì a ieri sono 11, anche bimbi, al di sotto dei due anni. La mancata distribuzione dell' acqua che ha moltiplicato a dismisura le già tragiche condizioni igienico sanitarie della baraccopoli è all'origine dell'esplodere della malattia.
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