giovedì 3 dicembre 2009
Fra l'inizio e la fine del 2010 l'Italia incrementerà di mille unità la sua presenza militare in Afghanistan, come concordato con le forze alleate della Nato. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa in una conferenza stampa a palazzo Chigi illustrando le decisioni del Consiglio dei ministri.
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Fra l'inizio e la fine del 2010 l'Italia incrementerà di mille unità la sua presenza militare in Afghanistan, come concordato con le forze alleate della Nato. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa in una conferenza stampa a palazzo Chigi illustrando le decisioni appena assunte dalla riunione del Consiglio dei ministri di questo pomeriggio. "Con questa disponibilità che il governo italiano assicura noi saremo certamente fra quelli che si impegnano di più", ha aggiunto il ministro degli Esteri Franco Frattini.Impegno di oltre 20 Paesi.  Oltre 20 paesi si preparano ad inviare nuove truppe in Afghanistan, dopo che il presidente Barack Obama ha promesso un maggiore impegno degli Usa nella guerra, ma il loro numero è ben al di sotto delle aspettative statunitensi. I ministri degli Esteri della Nato si riuniscono da stasera per discutere la loro risposta ad Obama, ma l'Alleanza ha già fatto sapere di avere ancora bisogno di oltre 200 tra poliziotti e istruttori militari per migliorare la qualità delle forze afghane, in modo da affidare loro la responsabilità della sicurezza.Obama ha annunciato questa settimana che invierà altri 30.000 soldati Usa per combattere gli insorti talebani e Washington ha detto di aspettarsi fino a 7000 truppe di rinforzo da parte degli alleati. In questo modo il numero complessivo dei militari stranieri salirebbe a 140.000, nel tentativo di prendere l'iniziativa contro i talebani dopo oltre otto anni di conflitto. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha detto di aspettarsi dagli alleati degli Usa almeno 5000 soldati e istruttori militari, forse qualcosa in più -- ma meno dei 10.000 che si attendeva il Pentagono."Ci sono oltre 20 paesi che hanno promesso o detto che intendono aumentare le loro truppe in Afghanistan", ha detto il portavoce della Nato, James Appathurai. "In base a quello che abbiamo ascoltato nelle ultime 24 ore... siamo oltre le 5.000 persone", ha detto in un briefing. Ma ha aggiunto che ci sono "lacune significative" di soldati e istruttori di polizia. "Non è facile trovare istruttori e il segretario generale continuerà ad insistere per trovare non solo addestratori, ma anche equipaggiamento e denaro", ha spiegato.Il generale Eric Tremblay, portavoce della forza Nato in Afghanistan, ha detto che all'Isaf mancano 41 squadre di istruttori militari e 164 squadre di istruttori di polizia -- essenziali per il futuro del paese.Ogni squadra dovrebbe contare tra i 25 e i 40 uomini. Ma, anche se questo obiettivo fosse raggiunto, cioò basterebbe soltanto per addestrare le forze afghane ad un livello intermedio, non sufficiente per affidare loro interamente la sicurezza.La Nato ha avvertito che circa 1500 dei 5.000 militari disponibili sono in realtà dei rinforzi già inviati in Afghanistan per le elezioni. L'Olanda e il Canada si preparano a ridurre le forze da combattimento rispettivamente a 2100 e 2800 soldati nel 2010 e 2011. L'Italia ha detto oggi che invierà circa 1.000 soldati in più e la Gran Bretagna, che ha il secondo contingente, si prepara a portarlo a 10.000 uomini con un innesto di altri 500. Tra i paesi che hanno annunciato rinforzi ci sono la Georgia (900), la Polonia (600), la Slovacchia (250) e il Portogallo (150).La Germania ha fatto sapere di essere pronta a fare di più per l'addestramento della polizia ma di non poter impegnarsi con più truppe finché non rivedrà la sua strategia all'inizio del prossimo anno.La Francia ha detto lunedì che non sta pensando a rinforzi, ma il presidente Nicolas Sarkozy ha risposto al discorso di Obama dicendo che valuterà come contribuire all'addestramento delle forze afghane.Sarkozy ha detto che riesaminerà il dossier dopo l'incontro Nato e la conferenza di Londra sponsorizzata dall'Onu del 28 gennaio.
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