sabato 2 novembre 2013
Un ventenne ha saltato i controlli e ha estratto un fucile. Un agente è caduto sotto i colpi. Lo scalo è stato evacuato, paralizzato per ore il traffico aereo. L'episodio è avvenuto ieri poco dopo le 9 locali.
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Nuova sparatoria negli Stati Uniti, che è costata la vita ad una persona e ha paralizzato per ore il traffico aereo. Teatro della strage è stato l’aeroporto di Los Angeles, uno dei più affollati degli Stati Uniti (con 63 milioni di passeggeri l’anno), dove una persona è morta, e sette sono rimaste ferite compreso l’attentatore, quando un uomo ha fatto fuoco contro gli agenti della sicurezza federale per i voli (la Tsa, Transportation Security Administration). L’autore del folle gesto è stato identificato come Paul Ciancia, un cittadino americano di 23 anni residente a Los Angeles e in New Jersey. Non è ancora noto il movente di questa sparatoria, i cui particolari nella nottata di ieri rimanevano confusi. Il Fbi ha però sostenuto «che al momento l’inchiesta non ha escluso la pista del terrorismo». Poco dopo le nove di mattina locali, l’aggressore si è avvicinato al posto di controllo dei documenti dell’aeroporto, come un passeggero qualunque, ha estratto un fucile d’assalto da una borsa e si è fatto strada attraverso il posto di controllo della sicurezza, sparando in continuazione. L’attentatore è riuscito ad esplodere varie raffiche di colpi mentre correva all’interno del terminal numero tre. Infine è stato circondato dalla polizia, ferito e arrestato. Per ora le autorità hanno escluso la pista del terrorismo e la presenza di complici. Il terminal è stato immediatamente evacuato e i voli fermati. Tutti i passeggeri che si trovavano a bordo di velivoli in pista sono stati fatti scendere e accompagnati a piedi o con autobus verso una zona sicura dell’aeroporto, uno dei più impegnati degli Stati Uniti. Decine di voli sono stati cancellati e le strade che conducono all’aeroporto sono state chiuse, provocando chilometri di file. Testimoni hanno descritto una scena di caos e panico, urla e allarmi che suonavano, mentre gli agenti della Tsa, della polizia e del Fbi presenti nell’aeroporto si buttavano verso l’aggressore. Il capo dei vigili del fuoco di Los Angeles ha spiegato alla stampa che proprio tre settimane fa le forze di sicurezza dell’aeroporto avevano simulato uno scenario esattamente uguale a quello che si è verificato ieri e che questo ha permesso una risposta più rapida ed efficiente.
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