Le squadre di soccorso hanno recuperato finora 17 salme delle vittime del volo Air France AF447 caduto in Atlantico nella notte tra domenica e lunedì con 228 persone a bordo. Altri corpi sono stati individuati e potrebbero essere presto recuperati dalle squadre della Marina francese e brasiliana, nonostante le difficili condizioni atmosferiche. La marina di Brasilia ha intanto mostrato la foto di un frammento dell'ala dell'A330 con impresso il logo Air France perfettamente leggibile.Alle ricerche - che hanno già permesso di raccogliere centinaia di oggetti e frammenti del velivolo - partecipano 14 aerei e numerose imbarcazioni, a cui da mercoledì si unirà il sottomarino nucleare francese "Emeraude". Intanto le indagini si stanno concentrando sul cattivo funzionamento dei sensori che misurano la velocità che potrebbero essersi ghiacciati. Lo ha riferito il sottosegretario ai Trasporti francese, Dominque Bussereau, il quale ha spiegato che "ci sono state situazioni sugli Airbus, e forse anche su altri velivoli, in cui questi tubi non hanno più misurato la velocità in un'area umida di bassa pressione, di turbolenza". L'Air France ha annunciato che ha accelerato la sostituzione di questi sensori sui suoi Airbus impiegati per i voli a lungo raggio.I 24 messaggi automatici lanciati in quattro minuti dall'Airbus A330 prima di precipitare nell'Atlantico non risolvono il mistero su quale sia stata la causa del disastro. I messaggi - pubblicati dal domenicale francese Le Journal du dimanche - partono dall'avviso di disinserimento del pilota automatico alle 2.10 e si chiudono con quello delle 2.14 di 'Cabin vertical speed', il segnale che la cabina ha subito una depressurizzazione, un ingresso anormale di aria esterna. La sequenza di messaggi Acars (Aircraft communication addressing and reporting system) trasmessi automaticamente alle stazioni a terra di Air France sono l'unica traccia sul funzionamento dei motori e sulle prestazioni dell'aereo, visto che le scatole nere non sono state recuperate e potrebbero restare per sempre in fondo all'oceano.L'unica certezza è che intorno alle 2 Gmt del mattino di lunedì scorso (le 4 in Italia), l'aereo decollato da Rio de Janeiro è entrato in una zona di forte turbolenza, come annunciato dal comandante nel suo ultimo messaggio radio, e viene attivato il sistema Acars. Subito dopo parte una raffica di 14 messaggi automatici in meno di un minuto che segnalano, tra l'altro, varie anomalie ai comandi di volo e l'assenza dei sistemi di assistenza elettronica che servono a mantenere la stabilità dell'aereo. Con un effetto a catena, gli schermi di controllo e il controllo automatico delle velocità dei reattori vanno in panne. Alle 2.11 il destino dell'aereo è probabilmente segnato: anomalie sono infatti registrate su due strumenti fondamentali, l'Adiru e l'Isis: il primo calcola i dati che permettono all'aereo di determinareposizione e velocità, il secondo mostra l'altitudine e assetto di volo quando gli schermi di controllo non funzionano più. Questo vuol dire che ai piloti viene a mancare qualsiasi punto di riferimento, visto che è notte e non possono neppure contare sulla linea dell'orizzonte ed è qui probabilmente che si verifica quell'"incoerenza" nella velocità che ha portato al disastro. Dalle 2.12 alle 2.13 altri messaggi segnalano che i due computer che danno gli ordini ai comandi di volo entrano in panne fino a quello delle 2.14 sulla depressurizzazione nella cabina. A quel punto l'aereo andrebbe portato a un'altitudinein cui l'aria sia di nuovo respirabile. Ma resta un mistero se abbiano potuto tentare di farlo, o se il velivolo sia esploso in volo oppure si sia schiantato nell'Oceano.