Il ministro degli Esteri di Tokyo ha consegnato al collega sudcoreano una lettera del premier giapponese Shinzo Abe, in cui questi esprime il suo "sincero pentimento" per l'episodio storico in questione e chiede "scusa" alle vittime. Si stima che furono circa 20mila le donne obbligate a fornire prestazioni sessuali ai membri dell'esercito giapponese, principalmente in Cina e nella penisola di Corea, a partire dagli anni '30 del '900 e, soprattutto, negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, che si concluse nel 1945.
Per anni Seul ha chiesto a Tokyo di fornire risarcimenti alle vittime, ma il governo giapponese sosteneva di avere già chiuso la questione con il trattato di normalizzazione dei rapporti del 1965. In base a quell'accordo, il Giappone aveva concesso circa 360 milioni di dollari al governo del dittatore Park Chung-hee, padre della attuale presidente sudcoreana Park Geun-hye, come indennità per tutte le vittime della colonizzazione.