È destinato a riaprire vecchie ferite, a scandalizzare e a far discutere il rapporto pubblicato ieri dalla Child Abuse Commission, la commissione di indagine istituita in Irlanda nel 1999 su input governativo per indagare le storie di abusi di minori nelle scuole affidate a ordini religiosi maschili e femminili nel Paese. Un rapporto di 3.500 pagine in cinque volumi, fondato sulle testimonianze di circa 2.500 ex allievi delle industrial e reformatory schools, più altri istituti simili che hanno ospitato, dalla fine dell’800 agli anni ’70, orfani, minori condannati per reati diversi e figli di famiglie alle prese con problemi in genere di alcolismo. Le denunce prese in esame si riferiscono soprattutto agli anni ’30-’60, di queste è stata esaminata a fondo una parte per riuscire a portare a termine il lavoro in tempi ragionevoli. Nel riassunto finale, molto articolato, si mette in luce come la realtà degli abusi sessuali fosse «endemica» nelle boys’ schools – nonostante sia «impossibile determinare la piena estensione del fenomeno» – non invece nelle girls’ schools, dove gli abusi sarebbero stati altrettanto diffusi ma in modalità diverse. Il rapporto, infatti, mette insieme abusi sessuali, fisici, emotivi e gravi negligenze nell’opportuno trattamento dei minori. Tra le responsabilità degli ordini religiosi a cui era affidata dallo Stato la gestione delle scuole per l’infanzia in difficoltà, viene sottolineata quella di non aver denunciato – o di non averlo fatto in tutti i casi, o comunque non alle autorità pubbliche – i laici e religiosi colpevoli di crimini contro i minori e di aver cercato in moltissimi casi di insabbiare i misfatti. «Siamo profondamente addolorati e pieni di vergogna per quei bambini che hanno così sofferto in quegli istituti» ha detto ieri il cardinale Sean Brady, primate d’Irlanda. Sentimento condiviso anche da Rory Connor, collaboratore di Alliance Victim Support Group, associazione per la protezione dell’infanzia, che però mette in guardia dal fare di tutta un’erba un fascio: «Il materiale andrà letto con attenzione. Una cosa è certa, fosse stato provato anche un solo abuso sessuale sarebbe un orrore che esige pentimento e riparazione da parte di chi ne è stato responsabile. Tuttavia bisogna stare attenti nel fare bilanci complessivi. In Irlanda lo scandalo degli abusi ad opera di religiosi – e le successive iniziative investigative come la Child Abuse Commission, voluta dal premier di allora, Bertie Ahern – è stato sollevato nel maggio 1999 dalla giornalista Mary Raftery, con un documentario televisivo e un successivo libro, Suffering the little children.. Già in quei documenti furono molti gli episodi, tra cui addirittura presunti omicidi nelle industrial schools, che si rivelarono artefatti. Ciononostante questo ha innescato una caccia alle streghe nei confronti della Chiesa irlandese, in cui la verità è stata mischiata a invenzioni o esagerazioni che hanno finito per distruggere la reputazione di innumerevoli religiosi innocenti e falsare la ricostruzione degli eventi. L’ultimo episodio eclatante in questo senso è stato il bestseller Kathy’s real story scritto da Kathy O’Beirne, un’altra storia sconvolgente di violenza e abusi sessuali subiti dall’autrice in una serie di scuole religiose chiamate Magdalene laundries. Prima la stessa famiglia della O’Beirne, poi il libro di un altro giornalista, Hermann Kelly, hanno dimostrato che l’intero racconto era un plateale falso. Insomma, bisognerà leggere e vagliare con attenzione le conclusioni della Child Abuse Commission. Speriamo che portino una luce di verità e siano più attendibili del lavoro svolto dall’altra commissione creata dal Governo, quella per offrire una riparazione economica alle vittime di abusi nelle industrial schools, il Residential Institutions Redress Board. Delle 14mila denunce ricevute dal Redress Board – ai denuncianti era promesso un risarcimento economico praticamente sulla parola, senza particolari verifiche – solo lo 0,4% non è stato accettato. Con un’attendibilità di tanti racconti e ricostruzioni dei fatti più che dubbia».