Doppio delicato appuntamento al Consiglio d’Europa. Oggi pomeriggio l’assemblea parlamentare del Consiglio prende in esame e vota una risoluzione mirante a garantire la piena protezione per i minori vittime di abusi sessuali nelle istituzioni. Il documento costituisce uno dei punti più delicati della sessione dell’assemblea parlamentare del consesso di Strasburgo che si è aperta ieri e termina venerdì. Dopodomani, giovedì, è inoltre in programma un documento che punta a limitare l’obiezione di coscienza nei casi di aborto.Il documento sulla pedofilia, di cui è relatrice la socialista tedesca Marlene Rupprecht, si inserisce in un quadro di iniziative del Consiglio. Il 1° luglio scorso è entrata in vigore una convenzione per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali e inoltre il 29 e il 30 novembre a Roma partirà una campagna europea su questo tema. Da notare che proprio in novembre, il giorno tre, sempre a Roma, il Consiglio celebrerà i sessant’anni dalla firma della convenzione dei diritti dell’uomo siglata appunto nella Capitale all’indomani della seconda guerra mondiale. La risoluzione in discussione oggi, che chiede al comitato dei ministri di Strasburgo (i responsabili degli Esteri dei Paesi membri) di riferire nel gennaio del 2013 sulla applicazione dei contenuti del documento, ha provocato le critiche del capogruppo del Ppe Luca Volontè, non tanto sui contenuti del dispositivo da votare, quanto sul memorandum che lo accompagna. L’appunto è duplice: primo, aver preso in considerazione solo gli abusi nelle istituzioni, e, secondo, in questo specifico campo di essersi concentrati in prevalenza sui casi che hanno riguardato la Chiesa cattolica rilanciati dalla stampa. «È chiaro che questo rapporto è stato redatto in fretta – osserva il parlamentare italiano - per pubblicarlo ed adottarlo in connessione con il lancio della campagna del Consiglio d’Europa contro gli abusi sui minori a Roma».Quanto al dispositivo della risoluzione, giudicato «nell’insieme positivo» dal capogruppo del Ppe, chiede, tra l’altro, agli Stati membri di adottare la procedura d’ufficio per gli abusi, un sistema graduato di pene, adozione di termini di prescrizione adeguati. Si sollecitano inoltre la fissazione di criteri per l’abilitazione degli educatori, certificati della polizia anche per i volontari, nei quali dovranno essere riportati anche reati minori. La risoluzione prospetta anche una dichiarazione d’illegalità di alcune pratiche utilizzate nelle punizioni dei bambini e degli adolescenti. Un punto del documento sollecita anche un esame delle «lacune strutturali» che facilitano gli abusi in ogni tipo di istituzione, ed il rafforzamento di «regole e modalità di controllo esterno».