Paolo Carozza, giurista alla Notre Dame University, non ha partecipato alla stesura della causa che il suo stesso ateneo ha presentato contro l’Amministrazione Obama. Ma ricorda il dibattito sofferto che lo scorso maggio ha preceduto la decisione di fare causa al governo. La prestigiosa università è infatti cattolica, ma è nota per la pluralità delle voci che ospita, compresa quella dello stesso Barack Obama che nel 2009 vi fu invitato a tenere il discorso di fine anno accademico e a ricevere una laurea honoris causa. Ma evitare il confronto in tribunale con la Casa Bianca avrebbe costretto l’università a compromettere i propri valori di base. Professor Carozza, oltre alla Notre Dame più di 50 istituzioni cattoliche hanno fatto causa. Che cosa succederà ora?In tutto ci sono un paio di dozzine di cause, presentate ciascuna da una o più associazioni cattoliche in vari tribunali federali. I casi procederanno separatamente, con tempi diversi, e potrebbero avere risultati contraddittori, almeno all’inizio. Per questo una delle prime mosse dell’Amministrazione sarà il tentativo di unificare i casi in un unico processo da discutersi a Washington, che è una sede giudiziaria favorevole al governo. Bisognerà vedere se viene accettata.E perché il mondo cattolico si è frammentato in tante cause diverse?È una strategia intenzionale dei querelanti, che stanno cercando di costringere il governo a difendersi di fronte a giudici diversi, per arrivare a sentenze di primo grado non coerenti l’una con l’altra. Questa è una delle condizioni che richiede un rapido intervento della Corte suprema americana, che ha il compito di unificare l’interpretazione della legge. Secondo lei ci sono i presupposti legali e giuridici per il riconoscimento di una più ampia obiezione di coscienza all’obbligo imposto dal dipartimento alla Sanità?L’interpretazione del diritto esistente e i precedenti creano ottime probabilità che la Corte suprema arrivi a un più esteso riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Ho letto alcune delle querele presentate, e sono molto forti, con argomenti che affondano le radici nella storia del diritto americano. Hanno ottime probabilità di vittoria. Qual è il loro punto legalmente più inoppugnabile?Il punto principale non è il diritto del governo di imporre alla società civile un servizio che considera legittimo, come quello di fornire contraccezione e la sterilizzazione. È il diritto del governo di decidere chi può accedere e chi no al diritto di obiezione. Qui sta l’implicazione per la libertà religiosa. In gioco c’è la capacità di un’autorità civile di definire compiti e limiti di un’autorità religiosa. Dicendo, come fa oggi, che si possono definire “istituzioni religiose cattoliche” solo le istituzioni formate da cattolici, che assumono solo cattolici, servono solo cattolici e che hanno come unico scopo l’insegnamento della dottrina cattolica (definizione all’interno della quale non rientrano nemmeno le parrocchie), il governo contraddice secoli di giurisprudenza. In America, la storia politica, sociale e culturale è inscindibile dalla storia delle comunità religiose, che agiscono motivate dalla loro fede ma a beneficio di ampi settori della popolazione. Questi sono forti esempi che quello che una comunità religiosa è non può essere separato da quello che fa. Il dipartimento alla Salute ha risposto che la contraccezione è un servizio sanitario di base…L’obiezione che i servizi contraccettivi aiutano a “distanziare” le nascite una dall’altra, contribuendo alla salute femminile, è un punto legalmente forte e c’è da aspettarsi che il governo mostrerà quanti più dati possibili a suo supporto. Dove questo ragionamento crolla dal punto di vista legale è che la protezione della libertà di religione espressa dalla Costituzione e dalle leggi richiede che quando il governo ha un interesse legittimo da perseguire lo deve fare senza violare il diritto alla libertà religiosa e all’obiezione di coscienza. Ed è chiaro che ci sono altri modi per fornire contraccezione a chi ne fa richiesta. Il governo può usare cliniche statali gratuite o sovvenzionare la vendita di contraccettivi nelle farmacie. La decisione di un giudice distrettuale federale del Colorado di sospendere l’entrata in vigore dell’obbligo per una famiglia cattolica proprietaria di un’industria, la Hercules, crea un precedente?Il caso del Colorado non costituisce un precedente giuridico, ma fornisce una prima indicazione dell’interpretazione legale di queste querele, anche da parte di giudici di tendenze politiche democratiche come quello che si è pronunciato.
Si consolidano le posizioni delle istituzioni cattoliche contro la riforma voluta dall'Amministrazione che impone assicurazioni con servizi contraccettivi. Paolo Corazza (giurista alla Notre Dame University): «La battaglia può essere vinta».
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