sabato 12 luglio 2014
​Sorgerà in un paese di ex deportati e sarà finanziata da esuli negli Usa. E' la prima dalla rivoluzione castrista del 1959.
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Una landa desolata circondata dal filo spinato. La storia di Sandino, pueblo cubano di 40mila abitanti, era cominciata malissimo. Posto all’estremità occidentale dell’isola, a una notte di viaggio dall’Avana, fu creato dal nulla negli anni Sessanta come luogo di deportazione per migliaia di famiglie contadine "colpevoli" di aver partecipato alla rivolta contro il regime comunista nel massiccio montuoso di Escambray. Oggi questo ex pueblo cautivo, nella provincia di Pinar del Rio, è diventato un simbolo per i cubani in esilio negli Stati Uniti. E saranno proprio loro a costruirvi una chiesa. La prima chiesa cattolica che sorgerà a Cuba a 55 anni dalla rivoluzione castrista del 1959, come riporta l’Osservatore Romano.Finisce così la storia di Sandino, villaggio "dei carcerati", che porta il nome di quell’Augusto César rivoluzionario nicaraguense e leader della resistenza all’occupazione degli Stati Uniti. E comincia la nuova storia della parrocchia di Las Martinas y Sandino, nel segno della libertà e della speranza. La chiesa, a lungo attesa dai cattolici cubani, occuperà un’area di 800 metri quadrati nel centro della cittadina e potrà accogliere fino a 200 fedeli. A finanziarne la costruzione saranno soprattutto i parrocchiani di San Lorenzo a Tampa, cubani in esilio anch’essi, ma volontario, a differenza di quei primi abitanti di Sandino. «Da molti anni aspettavamo, ora finalmente siamo sulla strada giusta», ha commentato il parroco don Cirillo Castro. Restano i nomi, ma è tutta un’altra storia.
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