Non solo gli indignados di
Podemos, i
comunisti di
Die Linke e del
Parti de Gauche di Jean Luc
Mélenchon plaudono alla vittoria di Alexis Tsipras in Grecia.
Il trionfo di Syriza, la sinistra radicale anti austerità,
piace anche, e non poco, agli euroscettici del britannico
Nigel
Farage, che con il suo Ukip vuole portare il Regno Unito fuori
dall'Unione europea. "Vedremo enormi cambiamenti politici non solo in Grecia, ma anche in Spagna e altrove in Europa. Forse anchein Italia" ha dichiarato Farage commentando i risultati elettorali in Grecia..
Festeggia anche il Front National di
Marine Le Pen. La presidente dell'estrema destra francese si "rallegra per lo schiaffo democratico mostruoso che il popolo greco ha dato all'Unione europea".Per
non parlare del suo alleato in Europa
Matteo Salvini della Lega
e
Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, che in Italia guidano il
fronte anti euro.Le ragioni non sono ovviamente le stesse.
La sinistra insiste
sull'inizio della primavera europea (Katja Kipping di Die
Linke), o trasforma in "si se puede", il "yes we can" di
obamiana memoria, dato che "dopo anni durante i quali Nd e Pasok
hanno sequestrato la politica, la Grecia può rappresentare il
paese del cambiamento" (Podemos).
L'idea dietro le loro campagne elettorali e prese di
posizione è quella classica della sinistra: ridistribuire le
ricchezze e tentare di costruire un paese più giusto dopo anni
di austerità, che non di rado ha arricchito ancora di più i
ricchi ed impoverito i più poveri.
Euroscettici e destra puntano ad aprire il dibattito sull'integrazione europea,
battendo tasti dolenti come l'immigrazione o il terrorismo, con
l'obiettivo di ricostituire al 100% la sovranità nazionale,
abbandonando, tra le altre cose, la moneta unica.