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Non si parla di “sindrome da alienazione parentale”, di cui la Cassazione ha riconosciuto la mancanza di fondamenti scientifici, con un pronunciamento che continua però a fare discutere. E neppure si parla di “sindrome della madre malevola”, lessico sgradevole che sembra scaricare tutte le colpe relative ai rapporti difficili di un figlio con il padre separato sulle trame ordinate dalla moglie per screditare l’ex marito. Ma si parla di “stalking genitoriale”, ovvero della necessità di riconoscere e contrastare “il malsano comportamento atto a contrastare la frequentazione con i figli con l’altro genitore, individuando pene chiare ed efficaci. La problematica è stringente in quanto numerose coppie di genitori separati spesso usano i figli come mezzi per la loro conflittualità manipolandoli nella relazione e impedendo loro, volenti per pressione psicologica o nolenti, la regolarità della frequentazione con l’altro genitore”.
È quanto recita l’articolo 8 della nuova proposta di legge di iniziativa popolare sull’affido condiviso depositata nei giorni scorsi presso la Cassazione dal Comitato genitori per i figli e presentata stamattina a Milano.
Avevamo già parlato qualche giorno fa di questa iniziativa a proposito della possibilità di assegnazione ai figli della casa familiare (vedi qui). Ma il tema dello “stalking genitoriale” introduce un altro elemento di novità che merita di essere approfondito. Il riferimento alla conflittualità tra i genitori separati che si ripercuote sui figli e finisce per determinarne comportamenti negativi verso il padre o la madre, è già oggetto di un articolo della riforma del codice civile (riforma Cartabia) che riconosce come non siano pochi i casi in cui uno dei genitori “ostacoli il mantenimento di un rapporto equilibrato e continuativo tra il minore e l'altro genitore, o la conservazione di rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”. La riforma definisce questo comportamento nel libro secondo del codice di procedura civile, all'art. 473 bis 6 c.p.c. che impone al giudice di procedere senza ritardo all’ascolto del minore per “assumere informazioni sulle cause del rifiuto” e per capire se esistono ragioni fondate per quella scelta – per esempio violenze o maltrattamenti – oppure se uno dei genitori cerca di distruggere sistematicamente la figura dell’ex partner agli occhi del figlio.
Arturo Maniaci, docente di diritto privato all’Università Statale di Milano, uno degli esperti chiamati a presentare la nuova proposta di legge di iniziativa popolare, ha parlato efficacemente di “mobbing” tra genitori. Inutile, ha spiegato in sostanza, continuare ad accanirsi sul fatto che l’alienazione parentale sia o meno una “sindrome”. Dal punto di vista scientifico è probabilmente sbagliato pretendere di definirla così. Certo però che esistono frequenti prassi negative tra coniugi separati finalizzate a mettere in cattiva luce la figura dell’ex partner agli occhi dei figli. Giusto quindi parlarne e, giusto anche – come è stato spiegato – prevedere pene severe (da 2 a 4 anni) nella nuova proposta di legge, nel caso accertato che un genitore “interrompa senza giustificato motivo per un periodo superiore ai tre mesi la continuità della relazione del genitore non affidatario col figlio minore”. Inoltre, quando ci sono gravi e ripetute violazioni di queste disposizioni, si può arrivare “ad applicare la pena accessoria della decadenza dalla responsabilità genitoriale”.
Secondo Carlo Piazza, avvocato ed esperto di diritto di famiglia, preservare per i figli dei separati la possibilità di avere rapporti educativi con entrambi i genitori, sanzionando i comportamenti che ne ostacolano il mantenimento, è importante anche per far chiarezza su prassi negative troppo stesso avvolte dall’ambiguità. “Negli ultimi l’Italia ha affrontato la questione con un approccio totalmente privo di scientificità”, ha fatto notare. “Sull’alienazione è calato uno stigma che, quando viene evocato, finisce per chiudere prima del tempo ogni discussione. Quando parliamo di alienazione – ha fatto notare – il termine che fa riferimento ai comportamenti non alla sindrome. Purtroppo, ancora oggi quando si affronta questo problema, si fa riferimento alle tesi di Richard Gardner, anni ’80, quando la ricerca scientifica è andata molto avanti”.
Assolutamente lecito quindi, il riferimento allo “stalking genitoriale” contenuto nella nuova proposta di legge che nasce da un nuovo raggruppamento di associazioni di genitori separati, presieduto da Ernesto Emanuele, costituito proprio con l’obiettivo di varare una nuova legge sulla bigenitorialità, cioè sulla pari responsabilità di mamma e papà nell’educazione dei figli in caso di separazione.
In Italia esiste già, dal 2006, la legge 54 che ha introdotto il principio di pari dignità tra i genitori in caso di separazione, affermando con forza la parità di doveri e diritti nell'accudimento, cura ed educazione della prole. La normativa sull’affido condiviso dei figli e sul loro mantenimento “equo e diretto”, sono però frequentemente disattesi. Le decisioni dei giudici hanno relegato la maggior parte dei minori, inconsapevoli vittime della separazione genitoriale, nello stato di “orfani con genitore in vita”.
Secondo alcune statistica europee, più del 95% delle coppie separate in Italia possono contare su una modalità di affido solo formalmente condiviso. Non a caso l’Italia, per quanto riguarda la bigenitorialità, si colloca sul gradino più basso tra tutti i Paesi occidentali.
Ieri i sostenitori dell’iniziativa, presentati dal vicepresidente dell’Associazione papà separati Milano, Nicola Saluzzi, hanno motivato il loro impegno per arrivare alle 50mila firme necessarie per far approdare la legge in Parlamento. In presenza oppure on line c’erano i vice presidenti del nuovo Coordinamento Andrea Carta (Papà e Mamme Separati ODV, Piemonte) e Antonella Baiocchi (C.Ri.PE.M. Centro rieducativo persone maltrattanti, Marche – Nazionale); Remo Bibbiani (Papà Separati Milano APS); Diego Calzarano (Papà in Movimento-Pari diritti Genitoriali, Toscana); Bruno Capilupi (Papà Separati, Brescia, Lombardia); Giorgio Ceccarelli (Figli Negati, Lazio), Adamo De Amicis (A.Pro.S.I.R, Marche – Nazionale); Carlo Ioppoli (ANFI, Associazione Nazionale Familiaristi Italiani); Mauro Lami (Papà Separati Liguria APS); Marialuigia Anna Pellegrino (Associazione Minori in Primo Piano ODV, Bergamo); Marco Rolfini (An.Co.Re, Piemonte), Nicola Saluzzi (Papà Separati Milano APS); Elena Savasta (Donne nella Separazione, Lombardia).
Informazioni, anche per le modalità con cui sottoscrivere la proposta di legge, possono essere richieste all’indirizzo info@comitatogenitoriperifigli.it mentre sul sito www.comitatogenitoriperifigli,it si trova anche il testo della proposta.