I lavoratori dell'ospedale San Raffaele di Milano hanno 4 giorni di tempo per presentare all'azienda "proposte concrete e percorribili", alternative all'ipotesi licenziamenti: circa 450 tagli secondo le stime della proprietà, ora ufficiali. Dopo oltre 3 ore di confronto, si è concluso così l'incontro tra i vertici dell'Irccs di via Olgettina e i sindacati. Rimandando la decisione definitiva a un nuovo incontro, fissato per martedì 11 settembre.
I sindacati si sono detti disponibili a "sacrifici economici, purchè equi e distribuiti su tutto l'organico, fino alle punte più alte dell'organigramma. Il tutto a patto di azzerare i licenziamenti". L'azienda ha quindi accettato di fornire ai sindacati tutta la documentazione richiesta, e di valutare le proposte alternative che i lavoratori avanzeranno. Ma ad una condizione imprescindibile: i conti finali dovranno quadrare. La somma da recuperare è stata stimata in 29 milioni di euro. La nuova proprietà dell'Istituto fondato da don Luigi Verzè, rilevato in maggio dall'imprenditore della sanità privata Giuseppe Rotelli, parte da una stima: l'ospedale perde 65 milioni di euro in un anno. Di questi, circa 36 milioni possono essere recuperati con misure già avviate e cioè con un giro di vite su dirigenti, contratti con i fornitori e acquisto di beni e servizi.Ma i restanti 29 milioni sono relativi al costo del comparto, in poche parole al personale: sono questi che vanno reperiti con soluzioni strutturali, ed è sulla base di questa somma che vengono calcolati circa 450 possibili esuberi.
Perciò la posizione dell'azienda è di apertura a valutare possibili alternative al licenziamento, ma sul presupposto non si transige: la proposta dei lavoratori deve portare a un risultato economico uguale, appunto a 29 milioni di euro. Tra domani e lunedì verranno forniti ai sindacati i dati che hanno richiesto per preparareun "piano B", e martedì è atteso il responso sulla percorribilità o meno di un accordo.
"Ci siamo detti disponibili a parlare di sacrifici a tempo, fino alla risoluzione della crisi, ma non di licenziamenti - spiega il coordinatore della Rsu, Angelo Mulè -. Carte alla mano, vogliamo verificare lo stato di crisi e studiare la nostra proposta. Per evitare tagli siamo pronti a delle rinunce. Ma devono essere sacrifici temporanei, giusti e distribuiti sull'organico a tutti i livelli. Fino all'amministratore delegato".