sabato 5 ottobre 2024
La città perde 67 posizioni nella classifica della generatività del Rapporto BenVivere
Lavoro, imprese, natalità: la caduta di Viterbo incide sulle famiglie
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Tasso di iscrizione netto nel registro delle imprese, banche del tempo, tasso di natalità, numero medio di figli per donna, età media della madre al parto: tutti indicatori rispetto ai quali Viterbo fa segnare un passo indietro e precipita di 67 posizioni nella graduatoria generale della generatività. E si tratta di parametri che intrecciano l’aspetto economico a quello sociale, riferito quest’ultimo soprattutto alla presenza e al ruolo delle donne e delle mamme, come evidenzia subito, nel commentare i dati, Elisa Durantini, segretaria provinciale della Cisl: «Di certo si tratta di problematiche che interessano gran parte delle province italiane, ma quella di Viterbo ha connotazioni particolari perché si tratta di un territorio a forte vocazione agricola, con lavori a basso reddito. Qui il tessuto industriale è povero, a parte il distretto della ceramica a Civita Castellana e qualcosa nel tessile, per cui anche le donne sono presenti soprattutto nel settore agricolo e in quello del terziario, tipologie di lavoro che però, come detto, sono a basso reddito. Per cui metter su famiglia non è facile. Quando poi arriva un bambino, la mamma dovrà decidere se seguire il piccolo o continuare a lavorare. Se sceglie quest’ultima opzione, le cose si fanno più complicate, perché il territorio non sempre offre servizi adeguati di sostegno o supporto alla maternità».

Durantini vede poi un altro aspetto che rende abbastanza particolare il territorio della Tuscia: «Qui si è fatto sempre molto affidamento sulle figure straordinarie dei nonni, non solo perché comunque danno un reddito alle famiglie dei figli, con le loro pensioni, ma anche perché garantiscono l’accudimento dei nipotini, tenendoli in casa per gran parte del giorno. Però adesso, aumentando per l’appunto l’età in cui i figli mettono su famiglia e quella delle donne che partoriscono, come evidenzia la ricerca, anche gli stessi nonni si fanno sempre più anziani e spesso non riescono più a fare da “baby sitter” per i nipotini». Ma è immaginabile una inversione di tendenza? «Sul fronte occupazionale delle donne, purtroppo, vedo una stagnazione, come evidenziano anche i dati di un recente studio della Camera di Commercio di Viterbo», conclude la segretaria Cisl.

Non è invece granché d’accordo sulla graduatoria e sul fatto che Viterbo precipiti di così tante posizioni, Patrizia Notaristefano, assessora comunale alle Politiche sociali, con deleghe alle politiche per la famiglia, terza età, nuove generazioni, inclusione e vita autonoma, promozione del volontariato, servizio civile: «A mio parere la graduatoria non rende lo stato reale dei fatti. Come amministrazione, stiamo incrementando le risorse sull’assistenza domiciliare e per le case famiglia, i fondi sull’educazione scolastica e domiciliare; abbiamo provveduto con fondi comunali ad incrementare quelli ministeriali sui centri estivi per i ragazzi. Diamo inoltre dei contributi alle famiglie per le rette degli asili nido, su 4 fasce di reddito Isee, da 200 a 550 euro anticipati, e quest’anno abbiamo incrementato la fascia in cui diamo 350 euro».

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