venerdì 6 luglio 2012
​Nel carrello non c’è posto per il superfluo e l’inutile: gli italiani bandiscono vizi e zuccheri, preferendo lo slalom tra gli sconti nei supermercati, alla salumeria di fiducia.
Crolla il potere d'acquisto delle famiglie
COMMENTA E CONDIVIDI
​La dieta mediterranea non griderà vendetta. Piuttosto il fast food e gli stravizi a base di zuccheri, superalcolici e carni rosse, una volta evitati, allontaneranno dagli italiani bilance e nutrizionisti, prove costume, palestre e creme snellenti. La povertà ha il vantaggio di svuotare il frigo, oltre che le tasche. E il rapporto della Coldiretti sulla spending review degli italiani (vale a dire «la crisi che cambia la spesa e le vacanze») parla chiaro: si tagliano i consumi e a tavola si portano più pasta (+3 per cento) e meno bistecche (-6 per cento). La ricerca, illustrata da Sergio Marini, presidente Coldiretti, è il risultato di una ricerca affidata a Coop Italia, su dati rilevati nei primi cinque mesi del 2012. Ad essere ridotti in quantità sono anche gli acquisti di pesce (-3 per cento) e ortofrutta (-3 per cento), mentre salgono quelli di pane (+3 per cento) e carne di pollo (+1 per cento).Cambiano anche le abitudini legate ai luoghi dell’acquisto: il 43% degli italiani ha già ridotto rispetto al passato la frequenza dei negozi tradizionali e, a fronte di un 57% che ha mantenuto stabili i propri acquisti nei negozi tradizionali, il 29% ha aumentato le puntate nei discount. Secondo l’indagine Coldiretti/Swg, queste scelte hanno degli effetti importanti nelle relazioni sociali perché mettono a rischio i servizi di prossimità al cittadino dentro il tessuto urbano, con effetti sulla sicurezza sociale e la relazione umana. Crolla anche un’abitudine tutta italiana: il cappuccino al bar non è più irrinunciabile. aumentano gli acquisti di Caffè macinato (+1 per cento,) latte (+2 per cento) e biscotti (+3 per cento). Miele e fette biscottate hanno addirittura un’impennata nei consumi (rispettivamente + 4 per cento e +5 per cento). C’è però un aspetto positivo della crisi: il consumo di zuccheri puri (caramelle, dessert, superalcolici, liquori, bibite cioccolato) si abbassa tra il 3 e il 7 per cento: «la necessità di risparmiare – secondo la Coldiretti – spinge a contenere le spese superflue». Piuttosto, gli italiani riscoprono il fai da te casalingo: comprano più farina (+8 per cento), uova (+6 per cento) e burro (+4 per cento). Preparare in casa il pane, la pasta le conserve, lo yogurth o le confetture, oltre a essere divertente e salutare – sempre secondo Coldiretti – aiuta a risparmiare, garantendosi la qualità degli ingredienti di base. basti pensare che un italiano su tre (33 per cento) prepara più spesso rispetto al passato la pizza in casa, il 19 per cento più frequentemente fa il pane, il 18 per cento marmellate e sottaceti, il 13 per cento la pasta e l’11 per cento i dolci, rinunciando ai dessert confezionati. Ci sono poi gli integralisti del fai da te: non solo in campagna ma anche in città, aumentano le famiglie che si dotano di un orto (il 30 per cento) e il 13 per cento coltiva ortaggi in terrazza, veranda o sul davanzale, complice anche la rete di vendita diretta Campagna amica, che aiuta gli italiani a comprare direttamente dal produttore in cascina, agriturismo e mercato.La ricerca però non fa menzione della necessità di prevedere più cuochi, ortolani e massaie in casa per cucinare al vapore, piantare pomodori e infornare pizze. Con la disoccupazione in aumento e la cassa integrazione come effetto della crisi, probabilmente è un dettaglio che si dà per scontato.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: